Certificazioni e ispezioni: l’evoluzione della qualità al passo con lo sviluppo del Paese

Dal processo di semplificazione amministrativa del D.Lgs. 103/2024 alla certificazione nel settore delle infrastrutture stradali e in ambito IA e cybersecurity, Emanuele Riva racconta le prossime sfide dell’Infrastruttura per la Qualità.
A margine del convegno annuale del Dipartimento Certificazione e Ispezione, il suo Direttore, Vice Direttore di Accredia e Presidente dell’International Accreditation Forum (IAF), Emanuele Riva, spiega i principali risultati del 2024 e i progetti del 2025, per quanto riguarda i settori e gli schemi di accreditamento.
Quali sono i principali risultati del 2024 del Dipartimento Certificazione Ispezione?
Focalizzerei la risposta su due punti principali: la semplificazione amministrativa e l’evoluzione dei nuovi schemi di certificazione che Accredia sta accreditando.
Partendo dal primo punto, il D.Lgs. 103/2024 sta incentivando le imprese alla certificazione come strumento per ridurre e facilitare i controlli delle Pubbliche Amministrazioni.
È un processo che è appena stato avviato all’interno di un tavolo di lavoro UNI dove siedono tutte le parti interessate. Un progetto sfidante perché mette a confronto le certificazioni accreditate con altri strumenti di controllo tipici delle Pubbliche Amministrazioni, e che spinge verso l’alto il livello delle certificazioni.
Per quanto riguarda i nuovi schemi, sia volontari che cogenti?
Cito alcune novità, a partire dallo schema ANSFISA sulla sicurezza delle infrastrutture stradali. Stiamo, inoltre, iniziando ad accreditare su temi di attualità come i droni, il trasporto intermodale, le batterie, il benessere animale e la deforestazione.
Dal punto di vista delle norme volontarie, segnalo una novità che arriverà nel 2026, la ISO 14054 sulla valutazione del capitale naturale. Un’altra norma interessante per il futuro è la ISO 53001, sviluppata con UNPD, ovvero un sistema per la gestione degli indicatori ESG di sostenibilità.
Per restare a Milano dove ha sede il Dipartimento di Certificazione e Ispezione di Accredia, nel 2026 ci saranno le Olimpiadi e, quindi, sentiamo anche noi il forte interesse per gli schemi di certificazione in ambito turistico e di accessibilità. Parliamo di schemi privati come GSTC o Dream & Charme e di norme legate all’accessibilità come la UNI/PdR 131 o l’accessibilità in ambito ferroviario.
Uno strumento sempre più strutturale dell’Infrastruttura per la Qualità sono gli schemi proprietari. Accredia che relazioni intrattiene con le principali piattaforme, come funzionano e quali sono i benefici di questo meccanismo?
Accredia valuta gli schemi privati di certificazione per comprendere se lo schema sia o meno accreditabile. Faccio gli esempi di GFSI per il food, IEC per il mondo elettrico, ISEAL Alliance per la sostenibilità. O, anche, di piattaforme pubbliche come EDPB, la Data Protection Authority a livello europeo per la valutazione degli schemi in questi ambiti specifici.
In questo momento, l’accreditamento sta proprio ragionando su come collaborare al meglio con queste piattaforme il cui benchmark costituisce un vantaggio, riducendo il rischio e garantendo una maggiore robustezza tecnica. Dobbiamo capire come coordinare le valutazioni per evitare di essere disallineati oppure di perdere troppo tempo.
Bisogna capire come combinare la volontà e l’interesse verso questi benchmark con l’attività di valutazione degli schemi che svolgiamo noi come Enti di accreditamento. È un tema nuovo che però si collega anche a una seconda opportunità, ovvero la collaborazione per la valutazione degli organismi accreditati.
Come è cambiato il processo di valutazione della conformità, sia per quanto riguarda l’attività di accreditamento sia per quella di certificazione in ambito IA?
Sappiamo che in due o tre anni l’Intelligenza Artificiale sarà più potente di tutte le persone viventi sulla Terra. Questo comporta altissimi rischi perché l’IA sarà capace di bucare qualsiasi sistema informativo strutturato come oggi. Però, ovviamente, potrà portare innovazioni e sviluppi inimmaginabili.
Stiamo facendo delle valutazioni, anche dialogando con altri Enti di accreditamento e organismi di certificazione accreditati, per valorizzare punti di interesse comuni, come la valutazione, l’utilizzo durante le delibere e gli esami documentali o la pianificazione degli audit. Se, ad esempio, dobbiamo svolgere una valutazione sui quattro anni di un organismo di certificazione di grandi dimensioni, ciò significa valutare 50/100 report di verifica e tirare fuori gli elementi di forza e gli elementi di debolezza.
Ecco, oggi le valutazioni sono molto legate alla persona, all’esperienza diretta che ha con l’organismo e con le valutazioni già condotte. Una Intelligenza Artificiale avrebbe la capacità di elaborare e di valutare questi report in modo rapido per valorizzare al meglio anche gli organismi accreditati. Nei prossimi anni cercheremo di capire come sfruttare questa opportunità anche invitando gli organismi accreditati a condividere con noi quello che stanno facendo su tutti i livelli.
Lei fa parte della cabina di regia di UNI che si occupa della normazione e della valutazione dei professionisti non regolamentati. Quali sono le attività e le prospettive della certificazione delle figure professionali?
La cabina di regia UNI sulle professioni è focalizzata principalmente a garantire che la normazione offra un servizio coerente, nel senso inglese di consistency. Ovvero, assicurare che le norme siano coerenti tra di loro utilizzando documenti che siano di guida per tutti i tavoli di normazione.
A me piace ricordare l’invito che ha fatto Draghi, con il suo Documento sulle prospettive per l’Europa, citando esplicitamente le certificazioni come strumento utile per muovere le competenze e le persone. La Comunità europea si è concentrata fino a oggi sul movimento delle cose, dei prodotti, adesso bisogna iniziare a ragionare sul movimento delle persone per il quale l’Europa sta sviluppando alcuni framework.
Quest’anno, ad esempio, Accredia ha iniziato ad accreditare nel mondo dei framework europei sulle competenze digitali e siamo arrivati a 150-200 mila certificati, anche grazie al richiamo nei contratti collettivi della scuola.
A livello nazionale, infatti, i contratti collettivi di lavoro stanno iniziando a richiamare la normazione e la certificazione accreditata. Ricordo in questo senso anche il contratto sugli interpreti e il contratto su colf e badanti. Strumenti nuovi che portano vantaggi pratici per le persone che si certificano perché correlano la certificazione al posto di lavoro e ai compensi.