• Rassegna stampa

Screening neonatale: una goccia di sangue può cambiare una vita ma serve uno standard

Data pubblicazione 04 lug 2025
Fonte della pubblicazione Il Sole 24 Ore - Salute

Una goccia di sangue, raccolta nelle prime 72 ore di vita, può fare la differenza tra una diagnosi precoce e un destino segnato. Lo screening neonatale esteso (Sne), reso obbligatorio in Italia grazie alla Legge 167/2016, permette di individuare tempestivamente oltre 50 malattie rare. Il principio alla base dello screening è semplice: identificare in anticipo, attraverso un test non invasivo, patologie gravi che, se non intercettate subito, rischiano di compromettere gravemente lo sviluppo e la salute del neonato.
Perché lo screening sia davvero efficace ed equo in tutto il Paese, è necessario che tutti i laboratori coinvolti operino secondo criteri condivisi, con procedure uniformi e risultati confrontabili. È qui che entra in gioco l’accreditamento secondo la norma UNI EN ISO 15189:2024. Questa norma internazionale rappresenta un vero e proprio strumento operativo per garantire che gli screening siano condotti con rigore, coerenza e trasparenza. Aderire alla UNI EN ISO 15189 significa dotarsi di procedure validate, tracciare ogni fase del processo diagnostico, garantire la qualità analitica dei dati e offrire risultati affidabili.
Ce ne parla Federico Pecoraro, Vice Direttore del Dipartimento Laboratori di Accredia.

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