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Internazionalizzazione, imprese certificate più produttive e competitive

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23 marzo 2021

I risultati del nuovo studio dell’Osservatorio Accredia, realizzato in collaborazione con Istat e presentato nel corso del convegno on line “Export e certificazione accreditata: un binomio vincente per le piccole e medie imprese”.

La produttività delle imprese esportatrici certificate può essere superiore fino al 50% rispetto a quella delle imprese esportatrici non certificate. E’ quanto emerge dall’Osservatorio Accredia ‘Diffusione ed effetti della certificazione accreditata tra le imprese esportatrici”, realizzato in collaborazione con Istat, che analizza i dati del commercio internazionale con riferimento alle imprese certificate dagli organismi accreditati.

Secondo lo studio, presentato on line al convegno “Export e certificazione accreditata: un binomio vincente per le PMI”, una politica industriale in grado di far ripartire il Paese può usufruire di strumenti come la certificazione accreditata dei sistemi di gestione, traendone vantaggi strategici: facilitare la partecipazione delle imprese italiane alle catene globali del valore, specialmente europee, e garantire, attraverso un miglioramento organizzativo e di performance, uno scatto di produttività, ancor più fondamentale in questa delicata fase.

“Dall’analisi dei dati Accredia-Istat, nel 2018 oltre 75mila sono state le aziende italiane con un sistema di gestione certificato, di cui circa 19mila esportartici di beni, per un valore di oltre 230 miliardi di euro”, segnalano Alessandro Nisi di Accredia e Lorenzo Soriani di Istat che hanno coordinato lo studio e che aggiungono: “Le imprese esportatrici certificate rappresentano il 15% del totale delle aziende esportatrici ma oltre la metà, il 53%, del valore complessivo di export”.

Anche per il Ministro Stefano Nicoletti del Ministero degli Affari esteri – dove in questi mesi si è assistito al passaggio di competenze dal Ministero dello Sviluppo economico, proprio sull’internazionalizzazione – “Il Patto per l’Export rappresenta un progetto innovativo e fondamentale su cui puntare per la ripresa economica del Paese”. “Sono sei i pilastri su cui punta la strategia, e tra questi ci sono la comunicazione e la formazione – spiega Nicoletti –. Un ruolo da protagonista lo hanno senza dubbio le imprese certificate, che possono vantare una partecipazione maggiore alle catene internazionali del valore”.

E non solo. Secondo Alessandro Terzulli, Chief Economist di SACE “la certificazione accreditata è un vantaggio, specie per le piccole e medie imprese, per entrare nelle venture list previste da SACE e ottenere una garanzia sul finanziamento”.

Analizzando la tipologia dei beni esportati, lo studio dell’Osservatorio Accredia evidenzia come le imprese certificate esportino una quota di beni intermedi (36%) superiore a quella delle non certificate (28%), a testimonianza del loro maggiore coinvolgimento nelle catene globali del valore. Allo stesso modo, il valore dei beni intermedi esportati dalle imprese certificate supera quello delle imprese non certificate, arrivando a salire quasi del 190%.

“Oltre 2/3 delle imprese italiane non ha accorciato le proprie catene produttive e non intende farlo nei prossimi mesi, perché modificare le proprie catene è un processo costoso, e la cosa più complicata è trovare nuovi partner affidabili, certificati”, sottolinea Lucia Tajoli del Politecnico di Milano. “Questo processo però potrebbe essere facilitata nel caso in cui ci fosse una maggiore diffusione degli standard e delle certificazioni – aggiunge Tajoli –. Avere un’intera filiera strutturata e affidabile, e  una maggiore resilienza agli shock, significa infatti avere standard di certificazioni più diffusi, e questo forse è ancora più importante per le PMI che per le grandi imprese”.

Inoltre, lo studio rileva che le imprese certificate sono in grado di raggiungere più Paesi di destinazione delle merci, a conferma della maggiore integrazione nei mercati internazionali. Questo è vero soprattutto per le piccole e medie imprese. “Per le PMI lo sforzo per avviare e gestire un sistema di gestione certificato è maggiore rispetto alle grandi imprese, però sono anche maggiori i benefici”, osserva Paolo Salza, che rappresenta l’Industria TIC – Testing, Inspection, Certification.

E pensare che soltanto il 15% delle piccole e medie imprese è certificato, deve spingere l’Infrastruttura per la Qualità a lavorare per sensibilizzare quell’85% che ancora non lo è. “Bisognerebbe, per esempio, fare in modo che la certificazione accreditata diventi anche uno strumento di semplificazione amministrazione e quindi una riduzione concreta degli oneri per le aziende che ne sono provviste”, dichiara Salza.

Tanti gli spunti di riflessione, mentre si pensa già alla nuova ricerca, portando avanti la proficua collaborazione tra Accredia e Istat avviata nel 2018. “Il prossimo studio potrebbe essere per tipologia di certificazione oppure per aree di destinazione, prevedendo un focus sui Paesi extra-Ue che adottano procedure diverse”, propone Maria Moscufo, Dirigente Istat, raccogliendo la sfida di Accredia a continuare il lavoro di supporto all’export italiano attraverso queste attività di ricerca e analisi.