Sanità, il Centro Nazionale Sangue sceglie l’accreditamento per garantire la competenza

Il conseguimento della certificazione accreditata offre la possibilità ai Valutatori Italiani per il Sistema Trasfusionale “di vedere riconosciuta la propria professionalità, maturata attraverso attività di formazione, aggiornamento e soprattutto di esperienza sul campo da parte di un organismo indipendente e accreditato sulla base di uno standard riconosciuto a livello nazionale”. Ivana Menichini, responsabile del Sistema di gestione per la qualità del Centro Nazionale Sangue, e referente dello schema CNS, spiega come una valutazione di terza parte indipendente consenta garanzie di qualità e durata nel tempo per questi servizi fondamentali in ambito sanitario.

 

Il Centro Nazionale Sangue, che opera presso l’Istituto Superiore di Sanità, è stato accreditato da Accredia come organismo di certificazione delle persone, per attestare le competenze dei Valutatori Italiani per il Sistema Trasfusionale. Può spiegarci le attività del Centro e delle strutture territoriali?

Il Centro Nazionale Sangue o CNS rappresenta l’organo tecnico di cui si avvale il Ministero della Salute per le attività trasfusionali e svolge funzioni di coordinamento e di controllo del sistema nazionale. Il Centro è impegnato a promuovere il miglioramento continuo nell’utilizzo clinico degli emocomponenti e dei medicinali plasmaderivati, anche con l’obiettivo di garantire il mantenimento dell’autosufficienza regionale e nazionale di queste risorse così importanti.

Il Centro svolge anche attività di promozione, formazione e ricerca scientifica per tutti gli operatori del settore e promuove tutte le azioni necessarie a garantire alti livelli di sicurezza sull’intero processo che va dalla donazione alla trasfusione del sangue nelle strutture trasfusionali disseminate sul territorio nazionale.

Il tutto, nel rispetto della corposa normativa nazionale ed europea emanata in materia. Anche grazie al sostegno esercitato dalle Regioni e dalle Province autonome che supportano le strutture trasfusionali nello sviluppo di sistemi di gestione per la qualità adeguati, nel rispetto dei requisiti di legge e attraverso i processi regionali di autorizzazione all’esercizio e di accreditamento istituzionale.

 

L’accreditamento Accredia va dunque a integrare l’accreditamento istituzionale del Sistema Sanitario Nazionale. Qual è il valore aggiunto della valutazione della conformità e dell’accreditamento tecnico rispetto a un’organizzazione già fortemente normata e monitorata come la vostra? E quali obiettivi vi proponete?

La normativa vigente a livello nazionale assegna al CNS la responsabilità di istituire e di gestire un elenco nazionale dei Valutatori del Sistema Trasfusionale Italiano, che poi sono quelli che vengono impiegati dalle Regioni e dalle Province autonome nelle attività di verifica istituzionale delle strutture trasfusionali. La normativa specifica, che risale ormai al 2011, prevede che questi valutatori vengano qualificati dal Centro Nazionale Sangue a seguito della partecipazione a corsi di formazione/qualificazione preliminare che, però, non si sono sempre rivelati sufficienti sia per l’estrazione professionale molto diversa tra loro dei valutatori sia per l’eterogeneità dei processi regionali di autorizzazione all’accreditamento.

Un processo monitorato in modo rigoroso nel tempo da un Ente terzo indipendente quale è Accredia consente, infatti, di attestare nel tempo la competenza e l’esperienza di questi valutatori in materia di audit in ambito trasfusionale sulla base di evidenze oggettive, che vengono valutate in modo imparziale e trasparente in riferimento a uno schema specifico.

Oltre che di rafforzare e rendere più omogenee le attività di verifica regionali e il livello di terzietà dei valutatori in modo rigoroso.

 

Ha messo in evidenza alcuni principi chiave dell’accreditamento basati sull’attestazione dei requisiti ma anche sulla verifica del loro mantenimento nel tempo. Come funziona in termini tecnici lo schema di certificazione del CNS di cui lei, tra l’altro, è referente e quali sono le aspettative dei professionisti certificati?

Il nostro è uno schema di certificazione proprietario perché non esiste una norma di riferimento in questo ambito. E condiviso con tutti i portatori di interesse della rete trasfusionale come Ministero della Salute, Regioni, Province autonome e Istituto Superiore di Sanità. Si tratta di un documento che definisce i requisiti di ammissione all’esame di certificazione come valutatore nazionale per il sistema trasfusionale, in termini di titolo di studio, di formazione e soprattutto di esperienza lavorativa. E, naturalmente, delinea quello che è l’iter e quelle che sono le modalità per il rilascio, il mantenimento e il rinnovo della certificazione che ha una durata di quattro anni.

Sicuramente, il conseguimento della certificazione offre a queste figure la possibilità di vedere riconosciuta la propria professionalità, maturata attraverso attività di formazione, aggiornamento e soprattutto di esperienza sul campo da parte di un organismo indipendente e accreditato sulla base di uno standard riconosciuto a livello nazionale.

 

Da alcuni anni assistiamo alla crescita nel numero delle strutture del Sistema Sanitario Nazionale che scelgono l’accreditamento tecnico Accredia per certificare le persone o qualificare i laboratori di prova e di analisi. Quali prospettive di diffusione e quali possibilità di integrazione vede nel rapporto tra l’accreditamento Accredia e l’accreditamento istituzionale?

In ambito sanitario stiamo assistendo a una domanda crescente di servizi davvero qualificati, in termini di affidabilità delle prestazioni, di garanzie precise sulla professionalità degli operatori sanitari e di attività di controllo.

In questo senso, credo che questi meccanismi istituzionali possano essere integrati e sostenuti da percorsi di accreditamento tecnico volontario come sono quelli promossi da Accredia.

Meccanismi che attestino la qualità dei processi e dei professionisti coinvolti in modo indipendente e imparziale, con lo scopo ultimo di garantire che vengano soddisfatti i requisiti essenziali di sicurezza e di efficacia delle cure per tutti i cittadini italiani.