Le innovazioni tecnologiche e del mercato del lavoro hanno portato gli italiani a “inventare” nuove professioni per stare al passo con i tempi: sono più di 3 milioni i professionisti “non organizzati” in Ordini o Collegi, che operano in settori di attività non comprese in quelle previste dagli Albi regolamentati.
Di questi, ad oggi, sono 210mila quelli che hanno scelto le norme UNI per qualificarsi sul mercato, affidandosi agli 84 organismi accreditati per ottenere la certificazione indipendente della propria competenza.
È il bilancio presentato all’incontro “Professioni non regolamentate. Il punto a dieci anni dalla Legge 4/2013”. Organizzato da UNI e Accredia su iniziativa della Senatrice Ylenia Zambito, con il supporto di Conforma e ASSOTIC, il convegno si è svolto a Roma presso la Sala Zuccari del Senato della Repubblica, con il patrocinio del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Il decennale “Professioni non regolamentate”
“La decennale applicazione della Legge 4/2013 rivela il crescente impatto delle professioni non regolamentate in settori critici come i servizi sociali, la sanità e il lavoro. L’approccio basato sull’autoregolamentazione volontaria ha dimostrato l’efficacia nel garantire standard professionali elevati, ma è fondamentale valutare l’evoluzione legislativa e il ruolo delle professioni non regolamentate in questi ambiti”, ha spiegato la Senatrice Ylenia Zambito, segretario della 10ª Commissione “Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale” nel corso dell’evento.
La Legge 4/2013 rappresenta, infatti, un unicum nel panorama europeo e contiene la regolamentazione delle professioni non riconosciute, cioè quelle senza Albi, Collegi e non ordinistiche. Oltre 100 norme UNI pubblicate e dedicate alle professioni non regolamentate e 20 Prassi di Riferimento UNI descrivono i requisiti di conoscenza, abilità, autonomia e responsabilità delle attività professionali oggetto di certificazione.
L’European Qualification Framework
Il sistema di qualificazione professionale basato sulla certificazione accreditata è conforme all’”European Qualification Framework “EQF”: il quadro di riferimento comune per tutta l’Unione europea che comprende 8 livelli di qualifica, espressi sotto forma di risultati dell’apprendimento e corrispondenti a determinati livelli crescenti di competenza.
La Legge 4/2013 colma così un importante vuoto normativo in materia di professioni non regolamentate promuovendo tre percorsi:
- l’autoregolamentazione volontaria che accompagna il professionista a partire dalla semplice conoscenza della legge
- il rilascio di un’apposita attestazione dell’associazione di appartenenza
- l’ottenimento della certificazione di un organismo accreditato da Accredia.
I destinatari della Legge
La 4/2013 è dedicata alle professioni nate da esigenze del mercato a seguito di trasformazioni tecnologiche, sociali, economiche e culturali. E, quindi, a professionisti come consulenti di management, formatori, logistici, informatici, auditor dei sistemi di gestione, naturopati, chinesiologi, massaggiatori, grafici, designer, pubblicitari, amministratori condominiali e valutatori immobiliari. Oltre che a wedding planner, e-reputation manager e copywriter digitali, security manager e molti altri.
“La normazione gioca un ruolo chiave nel definire la competenza e la capacità del professionista, fornendo – in coerenza con i descrittori del quadro europeo delle qualificazioni EQF – informazioni chiare a tutte le parti interessate: dal singolo professionista, per essere più competitivo sul mercato, al consumatore finale, per scegliere meglio i propri fornitori” spiega Giuseppe Rossi, Presidente di UNI.
“Il traguardo che festeggia la Legge 4/2013 – ricorda Rossi – riassume la sinergia pluriennale con le norme UNI, dove queste ultime hanno supportato tecnicamente gli obiettivi del legislatore garantendo un riferimento sempre aggiornato, super partes e consensuale, che rimane patrimonio di tutti”.
Intervenuto nel corso del convegno, il Direttore Generale di UNI, Ruggero Lensi ha invece sottolineato come questa Legge “rappresenti un modello virtuoso tra pubblico e privato che può essere replicato anche in altri ambiti”.
Il plus dell’accreditamento
Tra i sistemi di cui dispongono i professionisti per poter qualificare la propria professionalità, acquista sempre più rilevanza la certificazione di conformità alla norme tecniche UNI definite per le singole professioni.
L’attestazione è rilasciata da organismi di parte terza accreditati dall’Ente Unico nazionale di accreditamento Accredia. Questi organismi possono così dimostrare la propria competenza nell’offrire il servizio di certificazione e di valutazione di ogni singolo professionista sulla base dei requisiti specificati dalle norme.
Il professionista certificato sotto accreditamento può contare anche sul riconoscimento internazionale del proprio attestato di competenza, rilasciato da un organismo accreditato da Accredia, nell’ambito degli Accordi IAF/EA MLA – Multilateral Agreements, che assicurano il mutuo riconoscimento delle certificazioni sul mercato europeo e internazionale.
Spiega il Presidente di Accredia, Prof. Massimo De Felice: “Il plus della certificazione accreditata rispetto ad altre forme di attestazione è dato dallo strumento delle verifiche svolte dall’organismo accreditato. Le verifiche attestano che il professionista soddisfa i requisiti previsti dalla norma tecnica UNI e, attraverso la sorveglianza periodica, che egli mantenga nel tempo la competenza certificata, fino al rinnovo della qualifica”.
I numeri in Italia
Nel corso dell’evento, anche il Direttore Generale di Accredia, Filippo Trifiletti ha ribadito l’importanza della sinergia tra la Legge 4/2013 e la certificazione rilasciata sotto accreditamento: “Una storia di successo, ce lo dimostra il benchmarking con altri Enti europei di accreditamento. L’Italia è al vertice in Europa per il riconoscimento che il mercato ha da tempo indirizzato verso questa particolare certificazione”.
A oggi sono accreditati 84 organismi di certificazione in conformità alla norma UNI CEI EN/ISO IEC 17024: a fine 2021 erano 65, segnando quindi una crescita del 30%. Circa 210mila le certificazioni rilasciate ai professionisti.
“La svolta più importante si è verificata con l’estensione della certificazione accreditata delle figure professionali, anche in ambiti “ordinistici”. Gli ingegneri hanno fatto da battistrada, ma l’esempio è stato seguito da medici e veterinari. Pensiamo che un’altra prospettiva di valore verrà dai riconoscimenti che la Pubblica Amministrazione e le stazioni appaltanti rivolgeranno ai professionisti certificati, privilegiando le certificazioni rilasciate dagli organismi accreditati, rispetto alle attestazioni delle associazioni di appartenenza”.