Misure non tariffarie e accreditamento nell’Europa post Brexit

Il al referendum del 23 giugno 2016 sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione europea ha ridisegnato i contorni del Mercato Unico, avviando un percorso lungo e complesso che si è concluso con l’uscita definitiva del Paese dal Mercato Unico europeo e dall’Unione Doganale a partire da gennaio 2021.

Con l’introduzione delle procedure doganali e la competenza dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), in particolare per la disciplina delle barriere tecniche agli scambi e delle misure fitosanitarie sui prodotti, a livello locale è partito il programma Keep Business Movingper sensibilizzare e sostenere, soprattutto, le PMI. Quindi nessun tracollo per il momento: se da una parte sono previsti nuovi e crescenti obblighi per chi voglia vendere prodotti e servizi nel mercato del Regno Unito, che andranno a sostituirsi, ad esempio, alla marcatura CE sui prodotti, dall’altra, gli scambi commerciali sembrano aver mantenuto un trend coerente con quanto rilevato negli ultimi mesi.

A fine 2020, d’altronde, UE e Regno Unito sono arrivate a un accordo anche per evitare una crisi commerciale da cui nessuno avrebbe tratto benefici. Sono state previste norme specifiche per la gestione delle barriere tecniche al commercio (TBT), pur consentendo a entrambe le parti autonomia di regolamentazione specifica. Gli accordi si rifanno a quanto già previsto dall’OMC e comprendono disposizioni in materia di valutazione della conformità, normazione e accreditamento.

Il riferimento all’Accordo TBT sulle barriere tecniche agli scambi mantiene inalterata la rilevanza dell’accreditamento nel dimostrare la competenza tecnica degli organismi di valutazione della conformità e nel garantire quelle tutele di trasparenza e terzietà fornite dal profilo di funzione pubblica derivata dal Governo. Governo che ha confermato UKAS come Ente di accreditamento nazionale, come previsto dal Regolamento di accreditamento 2009 (S.I. 2009/3155), che rimane firmatario degli Accordi di mutuo riconoscimento gestiti da European co-operation for Accreditation (EA MLA), International Accreditation Forum (IAF MLA) e International Laboratory Accreditation Cooperation (ILAC MRA).

Le attività di valutazione della conformità svolte sotto l’accreditamento UKAS continuano dunque a essere accettate all’interno dell’UE e globalmente, ma a partire dal 1° gennaio 2021, non rientrando più nel perimetro legislativo definito dal Regolamento CE 765/2008, i certificati di accreditamento UKAS non sono più riconosciuti negli ambiti europei regolamentati: notifica alla Commissione per la marcatura CE, sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (ETS), alimenti e mangimi, cybersicurezza, ecc. Coerentemente, il Department for Business, Energy & Industrial Strategy ha sviluppato un sistema sostitutivo al database NANDO della Commissione UE per gli organismi approvati e notificati nel Regno Unito, “UK Market Conformity Assessment Bodies.

L’aspetto a oggi più controverso che potrebbe portare a un rischio di forte flessione degli scambi commerciali tra Regno Unito e Unione europea è sicuramente la gestione dell’Unione Doganale con l’Irlanda del Nord. Secondo quanto previsto dagli Accordi infatti, in nome della tutela del Mercato Unico era stato fissato un protocollo per stabilire una frontiera interna al Regno Unito, tra l’Irlanda del Nord e la Gran Bretagna, che ha sostanzialmente mantenuto l’Irlanda del Nord nell’Unione Doganale. Questa regolamentazione, soprattutto con riferimento alle misure fitosanitarie sui prodotti alimentari, ha messo in crisi le catene di approvvigionamento dei supermercati e ha suscitato violente proteste tra i sostenitori del Regno Unito in Irlanda del Nord.

Per il momento, tuttavia, al netto di tali rischi al ribasso, i dati mostrano una buona dinamica: le statistiche sul commercio dell’Office for National Statistics certificano un saldo di bilancia dei pagamenti negativo ma in linea con quanto rilevato negli ultimi anni. Tipicamente lo scambio di beni penalizza i saldi di bilancia dei pagamenti del Regno Unito ma, anche in questo caso, non si rilevano particolari criticità dovute all’effettiva uscita dal Mercato Unico.

Anche guardando separatamente al trend delle importazioni e delle esportazioni di merci, confrontandoli con quanto rilevato per l’Unione europea, si nota un differenziale, a partire da gennaio 2018 che non sembra crescere in maniera significativa negli ultimi anni: il trend del flusso di merci da e verso il Regno Unito rimane in linea rispetto all’indice 2010=100.

Al contrario sembra crescere la dinamica di import-export che nei primi tre mesi del 2021 ha recuperato oltre 15 punti percentuali.

In conclusione, il quadro regolamentare e legislativo dei rapporti commerciali tra Regno Unito e Unione europea è ancora molto incerto ed esposto a forti rischi al ribasso come evidenziati dalla questione nord irlandese. Tuttavia, per la gestione di quanto rientra nel perimetro delle misure non tariffarie, le infrastrutture tecniche continueranno ad appoggiarsi sull’accreditamento, a garanzia delle caratteristiche di prodotti e servizi.

Si tratterà di un accreditamento diverso da quello UE, che non riguarderà i settori regolamentati dalla disciplina europea, ma che continuerà a esprimere la sua efficacia in Europa e nel mondo, attraverso gli Accordi di mutuo riconoscimento delle reti EA, IAF e ILAC.