Il futuro delle attività di valutazione della conformità tra sostenibilità e IA

Il valore dell’accreditamento e della certificazione accreditata è ormai riconoscibile e riconosciuto dai cittadini, dalle imprese e dalle Istituzioni, e avrà un ruolo sempre più strategico anche nelle sfide della sostenibilità e del cambiamento climatico. Come spiega Emanuele Riva, Presidente di IAF e Vice Direttore di Accredia, dove guida anche il Dipartimento Certificazione e Ispezione.

 

Si è concluso a Milano il Convegno annuale del Dipartimento Certificazione e Ispezione, che lei dirige. Può farci una fotografia del mercato delle certificazioni e delle ispezioni?

La fotografia è molto positiva. Dal dicembre 2009, ovvero dalla nascita di Accredia, al 2023, l’attività di certificazione e ispezione sotto accreditamento è aumentata di quattro volte. Non soltanto perché siamo bravi a fare quello che facciamo, ma anche perché le Istituzioni e le persone si fidano sempre di più delle attività accreditate. Gli sviluppi più importanti riguardano le attività in ambito cogente o collegato, soprattutto per quanto riguarda la sostenibilità, i reporting non finanziari e gli schemi proprietari.

Da sottolineare, anche, un recente provvedimento in discussione in questo periodo in Parlamento, che riguarda la possibilità per l’accreditamento di svolgere una funzione di semplificazione amministrativa. Sono, questi, degli indicatori che fanno capire come i trend siano in crescita e come le Istituzioni si stiano appoggiando sempre di più alle attività accreditate in termini di riduzione del rischio per le imprese.

 

Quale pianeta per le nuove generazioni? L’accreditamento rende il mondo migliore? Sono queste le domande a cui hanno provato a rispondere i rappresentanti dell’Infrastruttura per la Qualità intervenuti al Convegno del suo Dipartimento. Quali evidenze e aspettative hanno proposto?

“L’accreditamento rende il mondo migliore” è uno slogan che abbiamo tratto direttamente dalla vision di IAF, il network mondiale che riunisce tutti gli stakeholder e chi fa attività di accreditamento e di valutazione della conformità. Come Accredia, abbiamo svolto negli ultimi anni molte ricerche che hanno definito il valore tangibile dell’accreditamento.

Le tre più recenti sono quella con INAIL, che ha confermato come nelle aziende certificate la gravità e la numerosità degli incidenti siano molto minori rispetto a quanto accade nelle aziende non certificate. Inoltre, un’indagine di ISTAT ha evidenziato come le aziende certificate abbiano migliori capacità di export. Mentre la ricerca con il CINI, il Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica, ha dimostrato come le aziende certificate negli ambiti di security secondo lo standard ISO 27001 siano più pronte in caso di cyber attacchi.

Oggi, la sfida più importante che abbiamo, non soltanto come accreditamento ma come umanità, è quella connessa al cambiamento climatico. Un cambiamento che incide ovviamente sulle attività di verifica modificandone il metodo, i punti di attenzione, la consapevolezza delle persone.

In questo senso, la Direttiva europea sulla Rendicontazione non Finanziaria (CSRD) sta riconoscendo responsabilità agli enti accreditati di valutare questa parte specifica dei bilanci aziendali. Un altro provvedimento in dirittura d’arrivo riguarda la Direttiva sui Green Claims che prevede, anche in questo caso, la conferma dell’importanza di un percorso accreditato per porre riparo al greenwashing e all’ethics washing delle affermazioni ambientali. Un ulteriore segnale significativo coinvolge l’attenzione sull’Emission Trading, ovvero il mercato delle quote di emissione dei gas e affetto serra. Parliamo di un tema molto delicato che ha ultimamente registrato il crollo delle quotazioni per via dei diversi scandali che ci sono stati. Pensiamo che l’accreditamento sia lo strumento giusto, scelto dalle Istituzioni europee, come garanzia ultima per fare sì che anche in questo ambito le dichiarazioni vengano fatte in maniera completa, corretta, imparziale e indipendente.

 

Si è svolta da poco a Montreal l’assemblea generale di IAF. Nel suo ruolo di Presidente, che ricopre dal 2021, può tracciare un bilancio delle attività internazionali e raccontare i progetti in corso?

Il progetto più importante che stiamo gestendo in questo momento è la fusione tra IAF e ILAC. Due grandi istituzioni che stanno cercando di unirsi pur tra molte difficoltà connesse alle attuali tensioni geopolitiche e che nascono per volere del WTO. A sua volta un’organizzazione che, come la stessa ISO, ha avuto origine dopo la Seconda guerra mondiale, un momento in cui era evidente la consapevolezza del dialogo, la tensione di creare istituzioni che mettessero insieme le persone, i popoli, le nazioni per arrivare a migliorare i commerci e gli scambi e per ridurre il rischio di guerre. Ecco, quella tensione, purtroppo, sta venendo a mancare.

Vi faccio due esempi. L’Europa sta legiferando tantissimo in ambiti soprattutto di sostenibilità perché si è posta obiettivi ambiziosi come la Carbon Net Zero nel 2050 e ha sviluppato le Direttive sulla Due Diligence, sul benessere degli animali, sulla CBAM per le emissioni e su tantissimi altri temi che la stanno differenziando dal resto del mondo. Dall’altra parte, i conflitti in corso e le sanzioni internazionali stanno sfilacciando l’unità internazionale: come CEO di IAF ho dovuto firmare un provvedimento di revoca per l’Ente di accreditamento russo e la sospensione dell’accreditamento dell’Ente iraniano, per motivi basati sulle sanzioni internazionali. Cosa sta succedendo, quindi? Che in Europa sta nascendo, ad esempio, un marchio, che identificherà il Mutuo Riconoscimento europeo in contrapposizione a quello internazionale IAF. Avremo, cioè, un MLA europeo e un MLA internazionale. La tendenza che vedo è che dal multilateralismo ci si sta spostando al regionalismo.

 

Lo scorso anno il nostro Consiglio di Stato è stato chiamato a pronunciarsi sulla validità dei certificati accreditati dall’Ente britannico UKAS a seguito dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. Può spiegarci la vicenda e quali sono stati gli esiti?

Questa sentenza ha confermato che gli Enti europei sono tutti allo stesso livello, sia che debbano o meno applicare il Regolamento CE 765/2008. Non è più importante il perimetro della Comunità europea, ma quello degli Enti che fanno parte del network europeo, quindi degli accordi EA MLA. UKAS è comunque membro EA e i suoi certificati sono, quindi, considerati equivalenti a quelli italiani, a quelli tedeschi, a quelli francesi.

Su questo, la legislazione europea è, infatti, un po’ ambigua perché l’art. 12 del Regolamento CE 765 obbliga le autorità nazionali a riconoscere proprio l’equivalenza degli Enti di accreditamento che abbiano superato le attività di verifica da parte di EA. E questo è stato proprio il punto che ha confermato la parità di tutti i certificati degli Enti membri EA.

 

Parlando di settori strategici dell’accreditamento, la digitalizzazione è un fenomeno chiave. Qual è e quale sarà il ruolo della certificazione accreditata in questi ambiti?

L’accreditamento diventa sempre più strategico e determinante. Sulla privacy la normazione europea ha appena pubblicato la norma EN 17740 che va a disciplinare i profili professionali relativi al trattamento e alla protezione dei dati. Una norma che nasce su volontà italiana e che renderà più facile l’applicazione del Regolamento Privacy in Europa. Sempre in quest’ambito, sono significativi anche la valutazione e l’accreditamento dello schema Europrivacy, approvato dall’European Data Protection Board e sul quale stiamo lavorando in qualità di capofila per far sì che possa essere accreditato da tutti gli Enti europei.

Anche parlando di cybersecurity si registra un’attività legislativa importante in Europa. Come Accredia, abbiamo promosso la nascita in UNI di una Prassi di Riferimento che vada ad armonizzare i requisiti della ISO 27001, la norma sistema di gestione per la security, con quelli del Cyber Security Framework. Un modo per agevolare le aziende certificate ad avvicinarsi alla conformità legislativa.

Ultimo punto, Intelligenza Artificiale. ISO ha pubblicato una norma su questi sistemi di gestione, la ISO 42001. Abbiamo già ricevuto delle richieste di accreditamento e a brevissimo dovremo iniziare.