Fatturazione energetica: i nuovi contatori smart sono la vera rivoluzione?


I nuovi contatori


Quando da semplici consumatori cerchiamo di risparmiare in un mercato che esalta i prezzi quale unico calmiere, grande è lo sconforto nello scoprire che i pochi centesimi di Euro al litro risparmiati con il pieno alle “pompe bianche”, sono vanificati sia dall’allungamento del percorso abituale e dai relativi tempi, che da altri fattori come la temperatura del rifornimento. Questi fattori in altri Paesi europei vengono correttamente tenuti in conto nell’erogazione, rendendo trasparente la transazione energetica alla base del rifornimento.

Sensazioni di sconforto del tutto simili le proviamo anche quando – convinti dai media che il diffondersi delle tecnologie SMART (intelligenti) per la fatturazione dei consumi energetici sia rivoluzione di assoluta efficacia per i singoli – leggiamo le bollette generate dai nuovi contatori domestici SMART per il gas naturale-metano e ci rendiamo conto che la fatturazione avviene ovviamente in energia, ma utilizzando unità di misura a dir poco “ostiche” per i non addetti: Standard o talvolta Normal metricubi – Sm3 o Nm3, poteri calorifici-pci delle miscele erogate, questi ultimi espressi tramite delle costanti.  Anche se è pur vero che i dati descrittivi dei consumi possono essere copiosi e dettagliati descrivendo, a differenza dell’ieri, i consumi nei più svariati intervalli temporali.

 


L’energia nelle automobili


Per quanto riguarda gli usi in campo automobilistico, la vigente legislazione si limita a garantire la “fede pubblica” (il consumatore “ignorante”) con dei “bolli metrici” (le etichette verdi metrologiche apposte sulle pompe di erogazione) che attestano il rispetto di incertezze prestazionali dei contatori di volumi utilizzati per alimentare le pistole erogatrici. E’ autorizzata cioè la vendita in volumi (non termo-compensata) di carburanti, la cui qualità energetica (i.e. poteri calorifici-pci) è garantita con una informazione generica: sul numero di ottani per le benzine, o nei gasoli sulle loro qualità ambientali (in termini di contenute emissioni) più che energetiche.

 


La metrologia nelle reti


La catena di misura del metano è di norma costituita da un misuratore di volumi (contatore) corredato nelle versioni più recenti (SMART) da sensori di temperatura e di pressione, che poi consentono in funzione della composizione/provenienza dell’erogato (Natural Gas-NG, Liquified Natural Gas-LNG, gas da scisti bituminose- Shale Gas, Bio metano) la trasformazione del dato volumetrico misurato in valori “standardizzati” i Nm3 o gli Sm3 (implicitamente espressi come massa), valori che moltiplicati per i pci “garantiti” dal gestore della rete ed integrati nel tempo, forniscono il dato energetico.

 


Il passato


La metrologia dei volumi si è sviluppata nei secoli di pari passo con le capacità tecnologiche e le conoscenze della geometria solida, fornendo al mercato volumi campione che per riempimento consentivano la quantificazione di granaglie o liquidi (vino, birra, olio).

Solo alla fine dell’800, con il diffondersi nelle principali città di reti per illuminazione da gas manufatto, la tecnologia volumetrica estende la contabilizzazione ai gas (contatori a membrana).

Successivamente, dalla seconda metà del XX secolo si assiste a un inarrestabile espandersi delle reti distributive, con un fiorire di contatori (in Italia sono circa 20 i milioni di contatori attualmente installati sulle reti). Contatori che, o discretizzano i flussi poi sommandoli, oppure misurano il valore istantaneo del flusso (la portata volumetrica V, in m3/s ) integrandolo poi nel tempo. Parametro richiesto per la formulazione dei bilanci negli impianti di processo, e oggi ancor più utile nelle reti stesse per una loro ottimale gestione.

 


Il presente


Solo oggi, grazie alle nuove regole prestazionali metriche introdotte dal DL 22/2007 (noto come Measuring Instrument Directive-MID), le suddette tecniche di misura dei flussi sono riconosciute ed ammesse nelle applicazioni della cosiddetta metrologia legale.

Le regole MID riguardano le dieci categorie di strumenti più diffuse negli usi sociali e che pragmaticamente sono espresse in termini di tolleranze o Errori Massimi Permessi EMP (ai misuratori-contatori), garantendo così uniformità al cittadino “ignorante” sia nella filiera automotive (carburanti), che in quella più diversificata e complessa delle reti distributive (elettricità, acqua, acqua sanitaria, gas e calore-raffrescamento) caratterizzate da contatori e misuratori diversi per natura e finalità di misura. Questa è la ragione per la quale nelle applicazioni del mercato la terminologia legale sta recentemente migrando verso una più corretta dizione metrologia regolatoria.

Come a sottolineare che la storica attenzione verso il ruolo della strumentazione quale garante del mercato deve per i legislatori essere finalizzata alla incentivazione dei comportamenti virtuosi dei singoli, più che alla prevenzione delle frodi ed alla fede pubblica, perché queste sono già garantite in sede di “qualità costruttiva” dei misuratori ammessi negli specifici mercati.

 


Il futuro


Si auspica che, con la diffusione delle tecnologie SMART nelle reti, le complesse operazioni di misura in energia dei gas distribuiti – a loro volta continuamente variabili nelle composizioni per le dinamiche geo-economiche mondiali – vengano rese almeno comprensibili dal singolo consumatore. Consumatore che, invece di ricevere solo dati dettagliati, ridondanti e poco comprensibili dei propri consumi energetici termici, possa ottenere dai nuovi contatori SMART anche dati macroscopici di confronto o riferimento rispetto sia ai consumi storici che agli standard tipici di unità abitative similari. Dati questi che potrebbero aiutarlo a perseguire con intelligenza i comportamenti virtuosi (risparmi energetici personali e nazionali) tanto auspicati e anche a essere partecipe del contenimento delle emissioni da combustione, letali sia per i microclimi locali sia, su scala globale, per i cambiamenti climatici.

Viste le recenti direttive ambientali che tendono a favorire la produzione di Bio-metano da colture “no food” o addirittura dai rifiuti per poi immetterlo nel mercato dei carburanti o nelle reti stesse, non è improbabile che il “Bollino Blue Ambientale” che caratterizza tale combustibile, classificato “carbon free” poiché non contribuisce ad aggravare il bilancio della CO2, possa essere utilizzato commercialmente dagli stessi gestori delle reti gas. Questi infatti potrebbero essere “costretti” ad accettare le immissioni “green” per politiche territoriali, solo al fine di conquistare utenti sensibili al tema ambiente e per forza di cose “ignoranti” in merito alle ricadute energetiche e metrologiche che tali scelte (solo all’apparenza fortemente ambientalistiche) vanno a determinare sulle proprie fatturazioni gas.

 

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