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27.04.2015 Le sfide di ACCREDIA alla vigilia di EXPO in un’intervista al Presidente Grazioli

27 aprile 2015

  • Sono aumentate nel 2014 in Italia le aziende che si sono dotate delle certificazioni ambientali in conformità allo standard internazionale UNI EN ISO 14001? Qual è la distribuzione geografica del fenomeno a livello regionale? Quanto cresce questo tipo di certificazione rispetto alla classica certificazione di qualità, a quella per la salute e sicurezza sul lavoro o per la sicurezza delle informazioni?

Tra il 2013 e il 2014 le certificazioni secondo la norma UNI EN ISO 14001 sono cresciute del 5%, passando da 18.738 a 19.735.

A livello regionale, la Lombardia guida la classifica con 3.005 siti certificati, seguono il Veneto 1.731, l’Emila Romagna 1.511, il Piemonte 1.387 e la Toscana 1.233. In termini di crescita, variabile da regione a regione, si nota l’incremento nell’ultimo anno di Friuli Venezia Giulia +15%, passato da 457 a 526 siti certificati, Toscana + 13%, da 1.089 a 1.233, e Lombardia +6%, da 2.846 a 3.005.

La crescita delle certificazioni UNI EN ISO 14001 è nel complesso significativa alla luce di un incremento medio delle certificazioni di sistema di gestione del 3%, e rispetto alle certificazioni UNI EN ISO 9001 che riguardano il settore relativamente maturo dei sistemi di gestione per la qualità, cresciute del 2%.

Un aumento di rilievo ha riguardato le aziende certificate per la salute e scurezza sul lavoro, che nel 2014 hanno raggiunto i 12.779 siti certificati a norma OHSAS 18001 (+ 11%, erano 11.516 nel 2013).

 

 

  • L’Italia che posto occupa nel mondo nella classifica delle certificazioni ambientali UNI EN ISO 14001?

Il rapporto internazionale ISO survey 2013 registra oltre 301.647 certificazioni di sistema di gestione ambientale in 171 paesi del mondo, di cui 119.107 in Europa.

A livello mondiale, sia in termini assoluti che di crescita percentuale sul 2012, l’Italia è seconda alla Cina e guida la classifica del vecchio continente, prima della Gran Bretagna, che supera le 16mila certificazioni UNI EN ISO 14001.

 
 

  • Quali settori investono di più nelle certificazioni ambientali?

Il settore che investe di più si conferma quello dell’edilizia, con 1.859 certificazioni, aumentate del 10% rispetto al 2013. Il numero sale a 19.735 se si considerano anche le certificazioni per la qualità, la sicurezza sul lavoro, la sicurezza delle informazioni.

In crescita anche i servizi alla collettività, dalle bonifiche ambientali alla raccolta dei rifiuti (1.831 certificazioni), il settore trasporti e logistica (1.759 certificazioni) e il comparto metallurgico, cresciuto del 26% rispetto al 2013.

Nel 2014, alcuni settori hanno dimostrato un forte interesse verso la certificazione UNI EN ISO 14001, come quello delle apparecchiature elettriche e ottiche +32%, da 812 a 1.071, delle macchine e apparecchiature industriali +37%, da 701 a 959, e su volumi più piccoli, i servizi d’ingegneria, +34%, passati da 232 a 301 certificazioni.

 

  • Quali sono i vantaggi concreti per un’azienda che si dota di una certificazione ambientale?

Dotarsi di un sistema di gestione ambientale certificato porta diversi vantaggi per un’azienda, quali per esempio miglior efficienza nell’utilizzo delle risorse, minori costi per lo smaltimento di rifiuti, minori premi di assicurazione, migliori rapporti con i lavoratori, gli azionisti e le parti interessate. Senza contare benefici quali la qualificazione da parte dei propri clienti e l’accesso a gare pubbliche.

L’iter di certificazione è composto da vari step che partono dalla richiesta di certificazione (offerta) ad un Organismo di certificazione accreditato. A seguito dell’accettazione della richiesta di certificazione, viene pianificata una verifica iniziale. Qualora l’impresa abbia tutte le autorizzazioni/permessi necessari, si procede alla seconda fase per verificare la conformità a tutti i requisiti della norma UNI EN ISO 14001. Il certificato ha una validità triennale. I costi variano in base alla classe di rischio ambientale in cui ricade l’organizzazione.

 

  • Nell’ambito dell’efficienza energetica, si stanno facendo largo nuove figure professioni, quali sono? Che tipo di schemi di certificazione devono adottare?

Con il D.Lgs. n. 102/2014, è stato previsto l’obbligo per le grandi imprese e per le imprese energivore di effettuare diagnosi energetiche nei propri siti produttivi, prevedendo peraltro 15 milioni di euro all’anno fino al 2020 per incentivare le PMI a sottoporsi ad audit energetici.

In questo quadro, sono stati introdotti schemi di certificazione, rilasciati da Organismi accreditati dal nostro Ente, per qualificare gli operatori abilitati ad effettuare tali diagnosi e a fornire servizi per ridurre i consumi energetici.

Parliamo delle ESCO, degli esperti in Gestione dell’Energia e degli Auditor energetici. Per questi ultimi è ancora in fase di definizione la norma in base alla quale si potranno qualificare, mentre per i primi due, così come per lo standard che definisce il sistema di gestione dell’energia che gli stessi potranno certificare, esistono già i relativi schemi di certificazione e, da dicembre scorso, anche quelli di accreditamento, elaborati da ACCREDIA. Proprio questi ultimi a breve saranno ufficializzati dal Ministero dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente in linea con le scadenze fissate dalla normativa. 

 
 

  • Un altro ambito di grande interesse è quello della certificazione dei grandi eventi totalmente sostenibili: dopo le Olimpiadi di Londra 2012, oggi si può fare anche in Italia con l’adozione della ISO 20121.

Certamente sì, anzi le certificazioni per questo schema sono già partite sulla base della norma ISO e della circolare ACCREDIA, che ha dato chiare indicazioni su come applicare lo standard internazionale in modo omogeneo fra i vari Organismi di certificazione. Il documento ha chiarito alcuni concetti contenuti nella ISO 20121 ed è il primo documento del suo genere a livello internazionale. Adesso la cosa più importante non è tanto la scrittura di nuovi documenti ma la formazione specializzata per i verificatori e per i gestori degli eventi.

La prima cosa da capire è che un evento prevede sempre tre fasi: progettazione, realizzazione e chiusura con eventuale reporting. L’obiettivo è garantire che ogni fase possa essere certificata, quindi con reali garanzie per tutti, ma che l’evento sia nel suo complesso gestito in modo sostenibile. Per questo motivo l’accreditamento ha definito regole specifiche e più stringenti. Probabilmente avremo maggiore successo con i fornitori dei servizi che sono ormai abituati a regole di qualifica o ai capitolati, oppure fra i gestori delle location che hanno già dimostrato sensibilità per l’ambiente.

 
 

  • ACCREDIA ha avviato da tempo l’accreditamento degli Organismi che certificano i sistemi di gestione per l’organizzazione di eventi in conformità alla norma ISO 20121. Chi sono? Quanti sono?

L’attività di qualifica di questi Organismi di certificazione è partita ormai da un anno. Fino ad oggi sono cinque gli Organismi accreditati e precisamente: Dnv-GL, Bureau Veritas, Certification Europe Italia S.r.l., Rina e Icim.

Tra i primi soggetti in Italia a richiedere l’accreditamento la certificazione c’è l’EXPO 2015, che rappresenta per ACCREDIA un vero banco di prova del sistema.

 
 

  • Mi spieghi sinteticamente quali sono le novità messe in campo, non solo quelle legate alla sostenibilità, ma anche quelle per la sicurezza sul lavoro e l’etica.

EXPO ha chiesto la certificazione perché è un evento importantissimo e quindi deve garantire l’approccio tipico di queste grandi organizzazioni alla compliance e all’investor/stakeholder relation. Per cui la certificazione ISO 20121 è un’ attività normale come quella della revisione del bilancio.

Il vero valore di EXPO per la sostenibilità sarà l’eredità di conoscenze che darà. Il report ed i documenti collegati di EXPO dovranno essere saccheggiati e vivisezionati per poter prendere tutto quanto hanno sviluppato e per adattarlo alle piccole e medie imprese; avremo così un vantaggio enorme e un database di conoscenze e competenze per molti anni. Pensiamo agli indicatori sui temi difficili da gestire come quello sociali o economici, alla applicazione dei modelli di compensazione o alla relazione con gli stakeholder.

 

  • Quali sono, in sintesi, i programmi di ACCREDIA per il 2015?

Nel 2015, sesto anno di vita di ACCREDIA, vogliamo proseguire la strada intrapresa, consolidando l’affidabilità delle valutazioni di conformità, per far crescere ancora di più la consapevolezza sull’utilità delle certificazioni, prove e tarature accreditate.

Punteremo a rafforzare la collaborazione con la P.A., implementeremo il Piano triennale di prevenzione della corruzione e assumeremo un ruolo sempre più autorevole a livello internazionale, dal momento che abbiamo avanzato la candidatura per la Vice Presidenza dell’International Accreditation Forum e verranno ospitati a Milano, per la fase finale di EXPO, tutti gli Enti di accreditamento mondiali.

Ad ottobre infine, superate con successo le verifiche del team europeo EA alle quali ACCREDIA si è sottoposta, potremo confermarci firmatari degli Accordi internazionali di mutuo riconoscimento.

 

 
 

Intervista raccolta da La Repubblica – Affari & Finanza – per il Focus Ssotenibilità del 30 marzo 2015.