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Lo standard europeo per la certificazione dell’origine della pelle a difesa delle produzioni italiane

Notizia
05 gennaio 2016

E’ ‘ stato pubblicato il 26 novembre scorso lo standard UNI EN 16484:2015 “Cuoio – Requisiti per la determinazione dell’origine della produzione del cuoio”, che costituisce lo sviluppo a livello europeo della norma nazionale UNI 11239:2007, che viene così sostituita.

La certificazione per la determinazione dell’origine della produzione della pelle ai sensi della UNI EN 16484 potrà essere rilasciata sotto accreditamento, come già avveniva per la UNI 11239, una volta che gli Organi di ACCREDIA avranno deliberato l’avvio della procedura.

Lo standard europeo definisce le prescrizioni necessarie per conferire l’origine della produzione del cuoio basandosi sul principio dell’ultima trasformazione sostanziale, in conformità al Regolamento CEE n. 2913 del 1992 che istituisce il codice doganale comunitario, secondo le regole di origine non preferenziale.

La novità introdotta dalla norma europea è il criterio in base al quale per le pelli finite va considerata sia l’ultima trasformazione sostanziale (riconcia, tintura, ingrasso) che il processo di rifinizione della pelle: per quest’ultima fase la sua eventuale esecuzione  in un Paese diverso da quello di cui si dichiara l’origine deve essere indicata separatamente.

Il “Made in” della produzione della pelle non si trasferisce automaticamente al “Made in” del manufatto, per cui il Paese di origine della produzione della materia prima non costituisce il “Made in” del prodotto finito.

Per il nostro settore conciario,  ciò significa che le imprese potranno continuare a certificare volontariamente l’italianità della propria produzione, ora con uno standard europeo, a prescindere dal “Made in” riportato sul manufatto, che corrisponderà invece al Paese in cui viene realizzato il prodotto finito.

L’industria conciaria nazionale, rappresentata da circa 1.300 aziende che realizzano interamente o parzialmente il ciclo conciario in Italia, ha un giro d’affari di oltre 5,3 miliardi di euro all’anno, e impiega oltre 18 mila addetti.

Il settore della concia è formato soprattutto da piccole e medie imprese, sviluppatesi principalmente all’interno di distretti specializzati per tipologia di lavorazione e destinazione merceologica, ma è anche uno di quelli a maggiore internazionalizzazione sia per import che per export.

Nel 2014 l’export italiano di pelli ha raggiunto 121 paesi. Il settore conciario italiano rappresenta in valore il 65% della produzione europea, il 18% di quella mondiale.

La certificazione della “Pelle made in Italy” potrà essere un ulteriore strumento a difesa dell’origine e a promozione di un prodotto la cui industria detiene tuttora un indiscusso primato internazionale, considerata storicamente leader mondiale per l’elevato sviluppo tecnologico e qualitativo, lo spiccato impegno ambientale e sociale e la capacità innovativa in termini di design.

Per ulteriori dati regionali, di commercio estero, e di produzione per tipologia, uso e fascia si puo’ consultare “Il rapporto di sostenibilita’ del settore conciario italiano 2015” sul sito dell’Unione Nazionale Industria Conciaria:
UNIC
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