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Imprese tessili e sostanze chimiche, le opportunità nella normativa europea e il ruolo dei laboratori accreditati

Intervista
12 luglio 2018

Garantire la circolazione di prodotti tessili sicuri per il consumatore e l’ambiente e promuovere la competitività, obiettivo UE in materia di sostanze chimiche. L'accreditamento strumento fondamentale per un'efficace gestione dei controlli.

Competitività e innovazione da un lato, tutela della salute dei consumatori e accreditamento quale strumento di garanzia dall’altro. Dal 2007 è in vigore il Regolamento UE 1907/2006 REACH in materia di sostanze chimiche, che assicura il controllo dei rischi derivanti dalle sostanze chimiche impiegate nei prodotti immessi sul mercato. Ne parliamo con la dottoressa Rosa Draisci, Direttore del Centro Nazionale Sostanze Chimiche, prodotti Cosmetici e protezione del Consumatore (CNSC) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

 

Quali sono gli aspetti più rilevanti del regolamento REACH, e in che modo risultano maggiormente tutelati l’ambiente e la salute dei consumatori?

Il primo obiettivo del Regolamento è garantire l’uso sicuro di tutte le sostanze chimiche impiegate nell’UE e promuovere la sostituzione di quelle più pericolose, al fine di tutelare la salute dei cittadini e l’ambiente. A tale scopo è stato introdotto l’obbligo per le aziende di presentare un dossier e registrare presso la banca delle sostanze chimiche europea le sostanze chimiche prodotte o importate nell’UE.

La norma prevede inoltre importanti misure di gestione dei rischi: dalle restrizioni, che limitano o proibiscono la produzione, l’immissione sul mercato o l’uso di una sostanza, alle procedure di autorizzazione che garantiscono sia un controllo adeguato dei rischi derivanti da sostanze altamente preoccupanti (SVHC), sia che tali sostanze vengano gradualmente sostituite da alternative idonee.

La riduzione dell’uso di materie contenenti sostanze pericolose, promossa dal REACH, è strategica anche nell’ottica di un modello di economia circolare, che punta a mantenere o recuperare il più possibile il valore dei materiali, a minimizzare gli scarti e a ridurre l’impatto sull’ambiente.

 

Come devono regolarsi le imprese, in particolare nel settore tessile, in termini di responsabilità e costi, ma anche di opportunità?

Per mantenere alta la competitività, le imprese del settore TAC (Tessile, Abbigliamento, Cuoio) devono introdurre nuove tecnologie, processi innovativi, materiali tecnologici e nanomateriali. Queste scelte devono però essere valutate non solo in termini di miglioramento del prodotto, ma anche e soprattutto riguardo agli effetti sulla salute. In assenza di controlli sistematici e di azioni preventive, infatti, i consumatori sono esposti a rischi di dermatiti da contatto. Ricordiamo che ogni anno vengono importati in Italia capi tessili per oltre 12.000 miliardi di euro e una percentuale significativa delle dermatiti oggi diagnosticate è originata dal contatto con sostanze chimiche pericolose rilasciate da questi articoli.

L’ECHA (European Chemicals Agency) riceve e valuta la conformità delle registrazioni operate dalle imprese, e gli Stati membri dell’UE esaminano le sostanze per chiarire i rischi e le possibili conseguenze sulla salute dei consumatori e dell’ambiente.

Le azioni da intraprendere da parte delle imprese devono essere rivolte prevalentemente a:

  • calcolare i quantitativi d’uso previsto per una data sostanza e, se superiori a 1 tonnellata per anno, provvedere alla registrazione della sostanza in ottemperanza al Regolamento REACH;
  • verificare l’eventuale presenza di SVHC;
  • effettuare la notifica al cliente in caso di presenza di SVHC;
  • effettuare la notifica all’ECHA in caso di presenza di SVHC;
  • verificare l’eventuale presenza di sostanze soggette ad ulteriori restrizioni (norme nazionali e internazionali, marchi ecologici, capitolati del cliente, ecc).

 

Come si inserisce e che ruolo svolge, in questo contesto, la collaborazione già da tempo avviata tra il Centro Nazionale Sostanze Chimiche dell’Istituto Superiore della Sanità, che lei dirige, e Accredia?

Dal 2010 l’Istituto Superiore di Sanità stipula accordi e convenzioni con Accredia finalizzati allo sviluppo delle attività tecnico-scientifiche di supporto all’Ente stesso.

Le aree di attività dell’ISS, nell’ambito delle quali Accredia si avvale degli esperti dell’Istituto, riguardano gli aspetti inerenti l’accreditamento dei laboratori di prova, dei laboratori medici e degli organismi notificati che rientrano nella sfera di competenza dell’ISS e/o del Ministero della Salute. Sono sviluppate in collaborazione anche molte iniziative di formazione rivolte agli ispettori Accredia, ai laboratori di prova e alle imprese su temi di rilevanza nazionale e internazionale, che comprendono l’organizzazione di eventi e l’emanazione di linee guida e altri documenti. Inoltre le sinergie tra Accredia e l’Istituto riguardano la partecipazione all’attività ispettiva degli esperti dell’ISS qualificati da Accredia.

In riferimento alle attività di più stretta competenza del Centro Nazionale delle Sostanze Chimiche, prodotti Cosmetici e protezione del Consumatore dell’ISS, di cui sono Direttore, sono stati organizzati diversi eventi in materia di “Sicurezza nei Laboratori di prova accreditati”, “Sicurezza di prodotti chimici e sistema nazionale di controllo”, così come il recente Convegno “Chimica Moda e Salute”, svolto a Milano presso Federchimica lo scorso 5 giugno, che ha visto la partecipazione di esperti nei diversi campi d’interesse correlati alla tutela della salute dei consumatori nel settore del tessile, dell’abbigliamento e delle calzature. L’obiettivo dell’incontro è stato creare sinergie tra il mondo della ricerca per lo sviluppo di nuovi materiali, l’innovazione e la sostenibilità e il sistema di certificazione degli operatori e l’accreditamento dei laboratori.

 

Qual è il valore aggiunto dell’accreditamento per i laboratori di prova che devono svolgere il controllo ufficiale dei prodotti chimici e le analisi chimico-fisiche ai fini della presentazione, da parte dei produttori, dei dossier sulle sostanze chimiche richiesti dal REACH?

Per l’attuazione delle disposizioni del Regolamento REACH e della normativa in materia di classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze e delle miscele del Regolamento denominato CLP, gli Stati membri dell’UE sono tenuti a instaurare un sistema di controlli ufficiali. Ogni paese adotta quindi delle misure nazionali tenendo anche conto delle indicazioni e dei criteri minimi stabiliti dal Forum per lo scambio di informazioni sull’applicazione dei regolamenti dell’ECHA.

L’Italia è il primo Stato membro ad aver implementato una rete di laboratori ufficiali di controllo analitico, che comprende laboratori di controllo, centri di eccellenza e laboratori nazionali di riferimento di elevata competenza. Pur non essendo esplicitamente previsto dal Regomento REACH, l’Accordo Stato-Regioni 88/CSR del 7 maggio 2015 ha introdotto come requisito cogente la conformità del laboratorio di prova alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025. Tale conformità può essere garantita anche con l’accreditamento delle prove o di prove diverse da quelle d’interesse per il controllo previsto, riconoscendo che l’accreditamento costituisce un elemento imprescindibile per attestare la competenza tecnica dei laboratori di prova. Assicurando in questo modo l’affidabilità dei risultati delle prove per la valutazione della sicurezza dei prodotti chimici e la conformità alle restrizioni e autorizzazioni del REACH, e garantendo la circolazione sul mercato di articoli e prodotti chimici sicuri per il consumatore e l’ambiente.

Il sistema della registrazione delle sostanze chimiche all’ECHA, che richiede la presentazione di dossier da parte delle imprese, comprensivi di test e analisi ecotossicologiche e tossicologiche, fa riferimento ai principi della Buona Pratica di Laboratorio (BPL) o di altre norme internazionali equivalenti (ISO). L’equivalenza fra BPL e ISO è uno degli argomenti in discussione a livello internazionale e Accredia sta elaborando valutazioni a supporto dei laboratori accreditati che operano anche come Centri di saggio BPL.

 

Quali informazioni fornisce il sistema di allerta RAPEX per il settore tessile?

Il Rapid Alert System for Dangerous Non-food Products (RAPEX) è il sistema europeo di scambio rapido di informazione per i prodotti pericolosi utilizzato dalle Autorità nazionali degli Stati membri per notificare alla Commissione europea i prodotti che presentano un rischio grave per la sicurezza dei consumatori. Le segnalazioni RAPEX rappresentano uno strumento utile per monitorare la corretta applicazione delle misure previste dal REACH.

Ogni paese partecipante al sistema ha attivato un Punto di Contatto RAPEX nazionale, che coordina il funzionamento del sistema RAPEX a livello nazionale. Quando le Autorità nazionali, i produttori o i distributori adottano misure che impediscono o limitano la commercializzazione o l’uso di un prodotto di consumo che comporta seri rischi per la salute e la sicurezza dei consumatori, il Punto di Contatto RAPEX presenta alla Commissione le informazioni per l’identificazione del prodotto, i canali di distribuzione, i rischi derivanti dall’uso e le misure adottate per prevenirli.

La Commissione europea esamina le informazioni in merito alla conformità alla Direttiva sulla sicurezza generale dei prodotti e alle linee guida RAPEX, e ne verifica la completezza. Il risultato di questo processo è chiamato validazione. Se l’esame condotto dalla Commissione porta alla validazione, le informazioni vengono inviate ai Punti di Contatto RAPEX nazionali, i quali le inoltrano alle Autorità nazionali competenti, che verificano se il prodotto notificato è presente sul mercato, e se è necessario adottare le misure appropriate. I risultati di queste attività di vigilanza del mercato sono riportate alla Commissione attraverso il sistema RAPEX nella fase, cosiddetta, di reazione. La reazione è un’informazione fornita dagli Stati membri in risposta a una notifica validata, e contiene informazioni sulla presenza del prodotto notificato in altri Stati membri, e sulle misure ivi adottate.