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Riferibilità metrologica, taratura e materiali di riferimento

Intervista
19 marzo 2019

Dal rilascio del primo rapporto di qualificazione SIT a un laboratorio metrologico sono passati 40 anni e oggi sono 189 gli operatori accreditati da Accredia per tarare strumenti e apparecchiature di misura e produrre materiali di riferimento.

In un mondo governato dalla tecnologia come quello contemporaneo, la riferibilità metrologica è quanto mai decisiva, per garantire che strumenti e apparecchiature di misura siano sempre precisi e affidabili. Il Dipartimento Laboratori di taratura di Accredia si occupa di fornire e diffondere la riferibilità metrologica verificando la competenza e rilasciando gli accreditamenti a laboratori e produttori di materiali di riferimento. Parliamo di queste attività con il Direttore Rosalba Mugno.

 

Il Dipartimento Laboratori di taratura opera all’interno dell’Ente unico di accreditamento dal 2010, raccogliendo l’eredità del Servizio di Taratura in Italia (SIT) che sin dagli anni Settanta operava per qualificare i laboratori metrologici, denominati Centri in virtù dell’accreditamento ottenuto. Oggi quali tipologie di operatori accreditate?

Il Dipartimento verifica e attesta la competenza dei laboratori di taratura e dei produttori di materiali di riferimento, che solo da pochi anni vengono gestiti con due percorsi di valutazione e accreditamento ben distinti, in termini di procedure e processi, a partire dalle differenti norme che ne disciplinano i requisiti, rispettivamente la UNI CEI EN ISO/IEC 17025 e la UNI CEI EN ISO 17034.

Gli operatori accreditati rilasciano sul mercato certificati di materiali di riferimento o, in caso di campioni e strumenti, certificati di taratura. I certificati rilasciati sotto accreditamento vengono quindi utilizzati non solo da altri laboratori di prova e taratura, e dagli organismi di certificazione, ispezione e verifica, ma anche dall’utente finale – sia esso industria o singolo cittadino – per avere la sicurezza che l’apparecchiatura di cui si dispone abbia un errore adeguato rispetto all’utilizzo cui è destinato.

 

Anche nel campo della riferibilità metrologica l’accreditamento ha acquisito negli anni un ruolo sempre più importante, con un conseguente aumento sia delle richieste di certificati di taratura che del numero dei laboratori accreditati per rilasciarli sul mercato. Qual è la misura di questo trend?

Dal 2010-2012, anni nei quali si registravano crescite nella misura di 2 o 3 laboratori accreditati per anno, siamo arrivati a un incremento di 10 laboratori l’anno, fino ai 189 operatori del 2018, di cui 5 accreditati anche come produttori di materiali di riferimento. Un trend positivo, cui ovviamente corrisponde un notevole aumento del numero dei certificati emessi sul territorio, quasi 150mila alla data del 31 dicembre scorso.

L’incremento è dovuto in parte alla generale maggiore richiesta di certificati di taratura, ma anche alla nascita di nuove tipologie di certificati in seguito all’introduzione di strumenti non tradizionali, come l’analizzatore di spettro o il contatore di particelle, usati in settori quali quelli del controllo dei gas di scarico o delle polvere sottili. Si registrano inoltre richieste per singole tipologie di strumenti customizzati, per esempio quelli con cui vengono effettuati i rilievi del profilo rotaie, gli strumenti ottici e quelli per il rilevamento della velocità. Tutti strumenti che devono garantire il massimo livello di affidabilità possibile.

Negli anni, quindi, a parità di richieste di accreditamento per gli strumenti impiegati nelle attività tradizionali, crescono quelle per strumentazioni di nuova generazione, introdotte grazie all’avanzare della tecnologia. Infine, nel 2018, l’incremento è dovuto anche all’ampliamento della sfera di competenza dei laboratori di taratura, sancito dal DM 93/2017, per la verificazione periodica degli strumenti di misura in ambito fiscale, o dal DM 282/2017 per gli autovelox, che hanno riconosciuto e formalizzato l’obbligo di accreditamento.

 

Una particolare categoria di operatori per l’affidabilità dei risultati di misura è quella dei produttori di materiali di riferimento. Il Dipartimento ha riorganizzato il loro accreditamento in tempi relativamente recenti, ma l’attività è stata intensa sin dagli inizi. Ci racconta i passaggi più importanti?

Il 2018 è un anno che segna la storia dei materiali di riferimento. Alla fine di quest’anno è stato infatti compiuto l’ultimo passo decisivo verso la ratificazione della presenza, anche in Italia, di produttori di materiali di riferimento (Reference Material Producers – RMP) accreditati secondo la norma internazionale UNI CEI EN ISO 17034:2017. Prima, i produttori venivano accreditati in base alla Guida ISO 34. Tale accreditamento pur avendo valore sul piano nazionale, non rispondeva alle regole di libera circolazione sul mercato internazionale. Con l’introduzione della norma ISO armonalizzata questi limiti di applicazione sono caduti.

Pubblicata nel 2016, la norma ISO 17034 fissa un periodo di transizione di 3 anni, che si concluderà a novembre di quest’anno, entro il quale i produttori di materiali di riferimento devono adeguarsi alle nuove regole fissate per l’accreditamento. La situazione italiana è positiva: dei 5 produttori accreditati, 4 sono già transitati alla ISO 17034; il quinto è in fase avanzata di transizione.

La produzione dei materiali di riferimento (Reference Materials – RM) e, tra essi, dei materiali di riferimento certificati (Certified Reference Materials – CRM) è ora svolta in conformità a una norma riconosciuta a livello internazionale e l’accreditamento dei produttori di materiali di riferimento a breve si potrà avvalere dell’estensione degli Accordi di mutuo riconoscimento a livello europeo (EA MLA) e mondiale (ILAC MRA). Un risultato storico per Accredia, terzo Ente di accreditamento che insieme a UKAS (l’Ente di accreditamento della Gran Bretagna) e RVA (l’Ente olandese) ha svolto tutto l’iter per il riconoscimento a livello europeo, consentendo a EA di farsi portavoce per il riconoscimento degli accordi internazionali a livello ILAC che comporteranno la piena equivalenza tra tutti i paesi dei certificati rilasciati sotto accreditamento.

 

I produttori di materiali di riferimento operano in un numero crescente di settori, dalla produzione manufatturiera alla sicurezza degli alimenti, dalla tutela della salute alla protezione dell’ambiente. Può farci degli esempi?

Dei 5 produttori italiani accreditati, storicamente il numero maggiore opera nell’ambito dei gas, ma anche delle soluzioni alcoliche (utilizzate in ambito vinicolo, per esempio). Abbiamo poi le  matrici solide di suolo utilizzate per valutare la contaminazione del suolo in termini di metalli presenti. Nuove frontiere e settori di punta in futuro saranno senz’altro l’alimentare, ma anche i nuovi materiali utilizzati nella superconduttività così come nell’illuminazione stradale.

La ricerca scientifica e lo sviluppo industriale si basano infatti sempre più sull’utilizzo dei materiali di riferimento, perché garantiscono la riferibilità metrologica, la validazione dei metodi e il controllo di qualità.