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Riorganizzazione Ministero dell’Ambiente e Programma per la normazione europea

Punto Normativo
19 dicembre 2019

Due i provvedimenti che interessano il mondo delle valutazioni di conformità:

  • Regolamento di organizzazione del MATTM – DPCM 138/2019
  • Programma annuale UE per la normazione europea 2020

 


Riorganizzazione del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare


Una nuova struttura amministrativa e organizzativa, adeguata alle emergenti sfide ambientali, a livello nazionale e internazionale. E’ quanto previsto dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 138 del 2019 “Regolamento di organizzazione del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare” (GU n. 282/2019) in vigore dal 17 dicembre scorso.

Il Regolamento rinnova l’organizzazione del Ministero secondo un sistema a responsabilità distribuite fondato su due Capi Dipartimento, chiamati a coordinare i temi generali, e otto Direzioni Generali, a presidio dei settori di competenza. E’ prevista infatti l’istituzione di due Dipartimenti, il Dipartimento per il personale, la natura, il territorio e il Mediterraneo (DiPENT) e il Dipartimento per la transizione ecologica e gli investimenti verdi (DiTEI).

Il Dipartimento per il personale, la natura, il territorio e il Mediterraneo (DiPENT) si occupa della tutela dell’ambiente in tutte le sue componenti. Oltre alle Direzioni Generali già esistenti su natura, dissesto e acqua, ne nasce una nuova con competenze sul mare.

Quattro dunque gli uffici di livello dirigenziale generale in cui si articola il Dipartimento:

  1. Direzione generale per il patrimonio naturalistico (PNA);
  2. Direzione generale per il mare e le coste (MAC);
  3. Direzione generale per la sicurezza del suolo e dell’acqua (SuA);
  4. Direzione generale delle politiche per l’innovazione, il personale e la partecipazione (IPP).

Sotto la competenza del Dipartimento per la transizione ecologica e gli investimenti verdi (DiTEI) vengono gestite la transizione ecologica e l’attività di coordinamento delle competenze su crescita verde, economia circolare e sviluppo sostenibile.

Il Dipartimento si articola in quattro uffici di livello dirigenziale generale:

  1. Direzione generale per l’economia circolare (ECi);
  2. Direzione generale per il clima, l’energia e l’aria (ClEA);
  3. Direzione generale per la crescita sostenibile e la qualità dello sviluppo (CreSS);
  4. Direzione generale per il risanamento ambientale (RiA).

Il riordino del Ministero esprime la ormai impellente necessità di coniugare economia e ambiente, alla luce del crescente numero di imprese che investono in green economy ed economia circolare per essere più competitive e innovative sul mercato.

Punto di riferimento per le aziende per interfacciarsi con il MATTM diventa la Direzione generale per l’economia circolare, responsabile della promozione delle politiche per la transizione ecologica e l’economia circolare, della gestione integrata del ciclo dei rifiuti, dei programmi plastic free e rifiuti zero, dell’implementazione dei CAM (Criteri Ambientali Minimi), di rifiuti radioattivi e OGM. La nuova Direzione nasce dunque dalla consapevolezza di un paese sempre più green: oggi l’Italia è leader in Europa sul tema dell’economia circolare e sulle politiche relative all’applicazione del GPP (Green Public Procurement) le norme europee in materia di appalti pubblici verdi, e l’unico paese a rendere obbligatori i CAM nei bandi pubblici per l’acquisto di beni, servizi e forniture.

Per garantire l’effettivo risultato atteso dalle politiche verdi in termini di minore impatto ambientale e maggiore sostenibilità della crescita economica, le valutazioni di conformità di parte terza rivestono un ruolo fondamentale. Contare su una verifica oggettiva delle caratteristiche di prodotti, servizi e/o lavori considerati è un asset strategico, che contribuisce, da un lato, a garantire la stazione appaltante circa le caratteristiche qualitative e ambientali dei prodotti, dall’altro, a far sì che il GPP sia un efficace strumento per l’applicazione delle politiche ambientali.

 


Programma di lavoro annuale dell’Unione per la normazione europea per il 2020


Ogni anno la Commissione europea adotta un programma di lavoro per la normazione, individuandone le priorità strategiche per realizzare gli obiettivi di politica industriale dell’UE per la crescita, la competitività e l’impiego. Il Programma annuale dell’Unione per la normazione europea per il 2020, pubblicato a ottobre e attualmente all’esame del Parlamento italiano, sarà adottato a livello europeo dopo aver ricevuto i pareri di tutti i Paesi membri.

I principali indirizzi della Commissione sulla normazione riguardano argomenti già oggetto di provvedimenti, che potranno essere dunque adeguatamente sostenuti per garantirne un’applicazione più efficace.

Ribadendo lo stretto legame tra la normazione, che definisce i requisiti di prodotti e servizi, e la valutazione della conformità, che ne garantisce la presenza, il programma della Commissione prevede norme armonizzate a supporto del Regolamento CE 765/2008, in materia di accreditamento, e del Regolamento CE 1221/2009 sulla vigilanza del mercato. L’obiettivo è definire procedure di accreditamento e valutazione della conformità ugualmente rigorose in tutti gli Stati membri.

Tra gli altri temi sui quali la Commissione propone l’armonizzazione della normazione, potranno interessare i soggetti accreditati:

  • Articoli pirotecnici, i cui requisiti sono contenuti nella Direttiva 2013/29/UE: l’aggiornamento servirà ad aumentare la sicurezza degli articoli pirotecnici e la qualità delle valutazioni della conformità degli stessi, allineando le norme di settore agli attuali requisiti legislativi e di sicurezza e alle più recenti tecnologie.
  • Settore medico, in linea con la Direttiva 2013/59/Euratom del Consiglio per quanto attiene all’uso dei calibratori di radionuclidi.
  • Apparecchi e sistemi di protezione destinati a essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva, a sostegno dell’applicazione della Direttiva 2014/34/UE.
  • Armonizzazione dei metodi di ispezione e prova analitici per verificare la conformità dei prodotti fertilizzanti di cui al nuovo Regolamento UE 1009/2019.

Il programma si occupa inoltre delle priorità che la Commissione individua come strategiche per il sistema della normazione europeo, concentrate sulla sicurezza, responsabilità e aspetti etici delle applicazioni dell’Intelligenza Artificiale, dell’interoperabilità dei sistemi informativi e dell’Internet of Things che hanno ricadute su molti settori. Ambiti in cui operano molti organismi di valutazione della conformità accreditati, come l’interoperabilità per il settore ferroviario, e altri dove la normazione non si è ancora espressa, come la viabilità stradale, che coinvolge anche il settore energetico, per l’ottimizzazione della rete di alimentazione dei veicoli e la realizzazione della mobilità connessa e automatizzata.

Attenzione particolare viene richiamata sullo sviluppo dei sistemi di cybersecurity che fanno capo all’ENISA e alla collaborazione che dovrà svilupparsi tra quest’Agenzia europea e gli organismi di normazione nella definizione delle migliori pratiche di protezione dei sistemi informatici.

Il documento evidenzia come il tema della normazione sia richiamato in molti degli accordi tra UE e paesi extra-UE, tra i quali:

  • La dichiarazione congiunta Juncker-Trump ha portato all’istituzione di un gruppo di lavoro UE-USA che prevede anche la cooperazione in materia di normazione per promuovere gli scambi e la crescita nelle due regioni.
  • Il vertice UE-Cina del 9 aprile scorso ha focalizzato i lavori sul monitoraggio dell’applicazione della normazione europea e sulla partecipazione di imprese europee ai processi di normazione in Cina.
  • Il tema degli ALS (Accordi di Libero Scambio), come l’ALS UE-Singapore, che entrerà in vigore all’inizio del 2020, e i negoziati sugli ALS con Australia, Nuova Zelanda, Indonesia e Mercosur.

Il Programma annuale dell’Unione per la normazione europea per il 2020, infine, mette a fuoco la divisione di ruoli e responsabilità del partenariato pubblico-privato nel processo di elaborazione delle norme armonizzate per garantire efficienza, inclusività e rapidità dei processi di normazione.