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Certificazione accreditata come leva per l’export, lo studio Accredia-Istat

Pillole di Osservatorio
21 aprile 2020

Le aziende con un sistema di gestione certificato da organismi accreditati migliorano la competitività nei mercati internazionali grazie a una maggiore credibilità sulle caratteristiche dei prodotti e servizi esportati. Lo rilevano Accredia e Istat.

I sistemi di gestione sono un insieme di procedure che interessano molteplici aspetti dell’attività delle imprese: dalla qualità dei processi all’impatto ambientale, dalla salute e sicurezza dei lavoratori alla sicurezza delle informazioni. Possono inoltre rappresentare uno strumento di monitoraggio della correttezza di tutte le fasi della catena di produzione nella quale l’impresa è inserita. La certificazione accreditata garantisce l’adesione dell’impresa ai principi organizzativi e di efficienza definiti dalle norme e rappresenta un elemento di maggiore credibilità e differenziazione, ma è anche una leva di competitività nei mercati, soprattutto internazionali.

Sono i risultati dell’analisi di Accredia e Istat sulle imprese esportatrici certificate sotto accreditamento, contenuta nel “Rapporto Istat sulla competitività dei settori Produttivi – 2020” e frutto della collaborazione con l’Istituto nazionale di statistica, attiva dal 2008 per valorizzare le informazioni su accreditamento e certificazione.

 


Standard tecnici e valutazioni della conformità


La progressiva globalizzazione del commercio, la complessità dei beni e servizi scambiati e l’affermarsi di processi produttivi organizzati lungo catene del valore globali hanno richiesto una crescente capacità di coordinamento e di cooperazione anche tra imprese indipendenti (ICE, 2019).

A sua volta, ciò ha stimolato l’adozione di standard tecnici e organizzativi condivisi a livello internazionale, sia per garantire la compatibilità tra prodotti e processi nelle catene di produzione di imprese e acquirenti di dimensioni mondiali, sia per assicurare le caratteristiche di beni e servizi attese dal mercato. Gli standard trasmettono informazioni, consentono l’interoperabilità tra prodotti e processi, garantiscono livelli minimi di qualità e sicurezza; rispondono inoltre alla crescente attenzione delle imprese al proprio impatto ambientale e sociale e ne migliorano l’immagine, segnalando al mercato il loro impegno su questi temi.

Tuttavia, l’efficacia di tali standard nello svolgere il proprio ruolo economico e sociale richiede l’esistenza di strumenti in grado di dare sicurezza circa l’adesione di prodotti e servizi alle specifiche di qualità previste. L’effettiva capacità degli standard di infondere fiducia ai mercati è garantita dalle valutazioni di conformità (certificazioni, ispezioni, prove di laboratorio e tarature di strumenti di misura) rilasciate da organismi e laboratori la cui imparzialità, indipendenza e competenza tecnica deve essere incontestabile, riconosciuta e attestata attraverso l’accreditamento.

 


Imprese esportatrici certificate


Nel 2017, le imprese esportatrici in possesso di una certificazione accreditata per i sistemi di gestione erano 19.235, il 15,3% del totale. A queste corrispondevano un valore complessivo dell’export di 224.246 milioni di euro (pari al 53,5%) e poco meno di 2 milioni di addetti (pari al 48,8%).

Seppure, in termini assoluti, le piccole e medie imprese esportatrici certificate siano la netta maggioranza, il ricorso alla certificazione è più frequente nelle grandi imprese (riguarda il 56,5% delle esportatrici con almeno 500 addetti) in particolare quelle che esportano in misura maggiore (le imprese certificate con almeno 500 addetti spiegano oltre il 70% dell’export della classe dimensionale). Le piccole imprese, meno strutturate, sono generalmente meno consapevoli dei benefici derivanti dal ricorso a valutazioni di conformità accreditate, oltre ad essere ovviamente meno coinvolte nelle catene del valore globali.

Tuttavia nei processi di internazionalizzazione, più delle grandi imprese, sono proprio le PMI che beneficerebbero degli effetti della certificazione accreditata evitando procedure di valutazione della conformità ridondanti. Queste ultime, infatti, variano ampiamente da paese a paese e in molti casi costituiscono un ostacolo tecnico agli scambi più rilevante rispetto agli standard.

La certificazione dei sistemi di gestione è più diffusa nel settore manifatturiero con 13.900 su circa 19 mila imprese esportatrici certificate analizzate. Questo comparto, in cui la qualità e la sicurezza nelle diverse fasi di produzione sono fattori maggiormente rilevanti, offre maggiori possibilità di specificare requisiti tecnici e presenta una più elevata frammentazione delle fasi produttive.

Tra i primi dieci settori di attività economica per numero di imprese esportatrici certificate, metallurgia, fabbricazione di macchinari e fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche partecipano in maniera significativa alle catene del valore globali e rappresentano circa il 40% del totale delle imprese esportatrici certificate.


Certificazione e produttività


Nel settore manifatturiero le imprese esportatrici certificate sono più produttive delle non certificate.

Leggendo i differenziali di valore aggiunto per addetto calcolati per i 10 settori di attività economica maggiormente rappresentativi in termini di aziende esportatrici certificate, si rileva una generale maggiore produttività per le imprese certificate, ma è evidente che il differenziale cresce al ridursi della dimensione aziendale, confermando la certificazione accreditata come leva competitiva, soprattutto per le PMI.

Invariante rispetto alla dimensione aziendale è il differenziale di produttività (rapporto tra valore aggiunto e addetti dell’impresa esportatrice) nel settore dell’industria alimentare, dove la certificazione accreditata riveste un valore particolare nel dimostrare al mercato le caratteristiche dei beni prodotti.

È possibile concludere che i sistemi di gestione certificati da organismi accreditati facilitano il dialogo tra fornitore e acquirente standardizzando il linguaggio e le prassi organizzative, e costituiscono un fattore competitivo importante, soprattutto sui mercati internazionali nei quali le organizzazioni devono operare in contesti culturali ed economici spesso molto diversi da quelli di origine.