Accredia / Infrastruttura Qualità / Quanto vale la Qualità? Il nuovo studio dell’Osservatorio Accredia

Quanto vale la Qualità? Il nuovo studio dell’Osservatorio Accredia

Notizia
16 luglio 2020

Le attività di certificazione, ispezione, prova e taratura accreditate hanno contribuito alla crescita dell’economia italiana per 10,8 miliardi di euro. I risultati della ricerca condotta con Prometeia sul valore economico e sociale della IQ.

È stato pubblicato il nuovo studio dell’Osservatorio Accredia “Accreditamento e certificazioni. Valore economico e benefici sociali”, realizzato in collaborazione con Prometeia presentato lo scorso 15 luglio al webinar “Quanto vale la Qualità? Crescita economica, sicurezza e sostenibilità”. La discussione sul ruolo delle attività accreditate per la crescita del Paese è stata aperta da Giuseppe Rossi, Presidente di Accredia, e animata da Antonella d’Alessandro, Dirigente Organismi notificati e sistemi di accreditamento del Ministero dello Sviluppo Economico, Alessandra Lanza, Senior Partner Prometeia, Andrea Bianchi Direttore Politiche Industriali Confindustria, Francesco Daveri, Professore Economia SDA Bocconi School of Management e Lorenzo Orsenigo, Rappresentante Industria TIC – Testing, Inspection, Certification.

L’obiettivo dello studio promosso dall’Osservatorio Accredia è stato quello di misurare la crescita economica e i benefici sociali che derivano dalle attività dell’Infrastruttura per la Qualità (IQ), e in particolare dalle certificazioni, ispezioni, prove e tarature svolte dagli organismi e dai laboratori accreditati da Accredia.

Tra il 2013 e il 2018, è stato calcolato in 10,8 miliardi di euro il contributo della IQ all’economia italiana, corrispondente al 16,1% dell’incremento del PIL nei settori manifatturiero (5 miliardi di euro), dei servizi (5,8 miliardi di euro) e delle costruzioni (110 milioni di euro).


I benefici sociali e ambientali


 Lo studio dell’Osservatorio, il primo in Italia a indagare il valore economico dell’accreditamento, ha evidenziato come le attività eseguite dagli organismi di certificazione e ispezione e dai laboratori di prova e taratura accreditati producano benefici anche per la collettività in termini di ambiente, salute e sicurezza, grazie alla riduzione degli effetti negativi –inquinamento, malattie e infortuni – e dei costi associati.

In particolare, sono state misurate le “esternalità” delle certificazioni ambientali, energetiche, sulla sicurezza del lavoro, sulla sicurezza alimentare e di alcune direttive e normative europee, quali macchine, giocattoli e rumore, ambiti per i quali si disponeva dei dati necessari ad elaborare delle stime: i benefici ambientali e sociali valgono circa 1,3 miliardi di euro l’anno.

Di questi, un risparmio di oltre 500 milioni, calcolato valorizzando in euro le riduzioni annue di emissioni di CO2, è attribuibile alle certificazioni ambientali ed energetiche; oltre 400 milioni derivano dai controlli sui beni alimentari; 300 milioni è il risparmio dei costi sociali per minori e meno gravi infortuni grazie ai sistemi di gestione per la sicurezza del lavoro; 25 milioni è il contributo derivante dall’utilizzo delle certificazioni accreditate negli ambiti delle direttive europee.


Il valore del settore


A livello di settore, circa 1.800 organismi e laboratori accreditati hanno una base occupazionale di 33mila addetti e un valore di mercato di circa 4,2 miliardi di euro. In particolare, gli organismi di certificazione e ispezione producono circa 1,6 miliardi di euro di valore (37%), i laboratori di prova 2,5 miliardi (60%) e i laboratori di taratura quasi 110 milioni di euro (3%). Per questi operatori l’accreditamento è un vantaggio concreto che si misura in una crescita del fatturato: gli organismi accreditati mostrano tassi di crescita più sostenuti, con una differenza rispetto a quelli non accreditati di 1,7 punti percentuali nel decennio 2008-2018.

 


I vantaggi per le imprese


Anche il vantaggio per le aziende è tangibile: la certificazione accreditata di un sistema di gestione contribuisce a far crescere il fatturato dal 2% al 18%, in funzione dell’ambito di appartenenza e degli standard applicati (qualità, ambiente, sicurezza, ecc.).

Lo studio dell’Osservatorio ha analizzato in particolare la relazione fra certificazione accreditata e performance economiche delle imprese. Quelle che adottano i sistemi di gestione certificati – oltre 88mila aziende in Italia, con un fatturato complessivo di circa 1400 miliardi di euro, pari al 40% del fatturato totale delle imprese – esprimono un significativo aumento di performance rispetto alle imprese non certificate. Un dato ancora più rilevante nel comparto delle costruzioni, in cui le imprese certificate per la UNI EN ISO 9001 registrano ricavi aggiuntivi dell’8,2% e del 17%, rispettivamente nel primo e secondo anno successivi alla certificazione.

Inoltre, possedere una certificazione accreditata rappresenta un asset strategico per le aziende italiane attive sui mercati esteri, che rilevano significativi incrementi di efficienza, riducendo i costi di adattamento (di prodotti e processi produttivi) attraverso l’adozione di standard internazionali e grazie al mutuo riconoscimento delle certificazioni accreditate. Le imprese esportatrici certificate sono mediamente più produttive delle non certificate, specie le PMI: il differenziale di produttività per le piccole imprese è pari a 11,9 mila euro, che diventano 4,5 mila per le medie.


Il ruolo di Accredia


“Lo Studio presentato oggi ha dimostrato, con analisi puntuali e dati precisi, come l’accreditamento e le valutazioni di conformità rappresentino un valore concreto per il sistema socio-economico, con impatti positivi su molti aspetti della vita moderna, dall’ambiente, alla salute, alla sicurezza alimentare, all’energia”, ha dichiarato Giuseppe Rossi, Presidente di Accredia.

“Il tratto distintivo è dato dal fatto che le attività di certificazione, ispezione, prove e tarature garantiscono la sicurezza e la sostenibilità di molti beni e servizi, aumentando la fiducia del mercato e dei consumatori. Ne è stato un esempio il caso dei Dispositivi di Protezione Individuale (mascherine, visiere, guanti, ecc.) durante l’emergenza dovuta al Covid-19, caratterizzata da una carenza di tali prodotti e dalla presenza sul mercato di prodotti di dubbia provenienza ed affidabilità. Solo la presenza di una regolare certificazione rilasciata da organismi accreditati ha permesso di identificare quelli realmente efficaci ed eliminare dal mercato quelli che non garantivano gli standard di sicurezza”.

“È evidente quindi come il richiamo, da parte del Legislatore nelle proprie policy, all’accreditamento, al sistema di certificazione, ispezione, prova e taratura, e all’Infrastruttura per la Qualità in generale, rappresenti una scelta strategica per garantire cittadini e imprese sui beni e servizi offerti dal mercato, contribuendo in maniera rilevante alla crescita, economica, sociale e ambientale del Paese”, ha concluso Rossi.