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L’accreditamento tra gestione della pandemia, digitalizzazione e sostenibilità

Notizia
30 gennaio 2021

Il Convegno di aggiornamento del Dipartimento Certificazione e Ispezione di Accredia ha esplorato il New Normal, dal supporto del mondo accreditamento alla lotta contro l’emergenza da Covid-19 alle prossime sfide dell’Infrastruttura per la Qualità.

Digitalizzazione, sostenibilità, prodotti e servizi sicuri e garantiti. I mesi appena trascorsi e quelli che stiamo vivendo, caratterizzati dall’emergenza Covid-19, hanno messo alla prova anche il mondo dell’accreditamento. E se, da una parte, l’obbligo di rispondere prontamente ai bisogni e alle necessità della comunità, ha visto il mondo delle valutazioni della conformità mettere il piede sull’acceleratore, dall’altra, l’ha proiettato ancora di più verso il futuro.

Temi importanti e innovativi discussi nel corso del Convegno “New Normal. In cerca di idee”, organizzato dal Dipartimento Certificazione e Ispezione di Accredia lo scorso 12 gennaio.

Ad aprire i lavori, il Presidente di Accredia Giuseppe Rossi, con una panoramica sulle attività e un bilancio del 2020. “I nostri numeri, con oltre 2.300 accreditamenti rilasciati per i diversi schemi, sono in crescita nonostante la situazione che stiamo attraversando. I soggetti accreditati – sottolinea il Presidente – sono aumentati del 64% e le visite da remoto hanno permesso di superare i risultati del 2019”.

Uno degli argomenti più interessanti è, senza dubbio, quello della sostenibilità. “La certificazione è un modo per migliorarsi e uscire dalla propria zona di comfort – osserva Emanuele Riva, Direttore del Dipartimento Certificazione e Ispezione di Accredia. Dobbiamo essere pronti a valutare le aziende solo sui contenuti”. Segnali importanti in tal senso sono già arrivati con la PdR 102:2021 di UNI e Accredia, che permette di verificare i claim sulla sostenibilità “Asserzioni etiche di responsabilità per lo sviluppo sostenibile – Indirizzi applicativi alla UNI ISO/TS 17033:2020”. E quest’anno arriverà anche la norma ISO 37301 “Compliance management systems – Requirements with guidance for use”.

 


Il sistema tedesco


Anche per DAkkS, l’Ente di accreditamento tedesco, il più grande in Europa, i numeri di questi ultimi mesi sono in crescita. “Abbiamo gestito 4.350 accreditamenti – rende noto il Capo degli Affari Internazionali di DAkkS, Annabel Brewka – e negli ultimi anni ci stiamo cimentando in nuovi settori, come la digitalizzazione”.

 


Il sistema USA


Stesso processo di evoluzione verso sistemi più innovativi anche per l’ASTM International, l’organizzazione di normazione più antica, nata in Usa nel 1898, con 13.000 standard nel suo portfolio. “ASTM si è attivata velocemente per rispondere alla pandemia, mettendo a disposizione i propri standard sui DPI, resi accessibili gratuitamente in tutto il mondo”, fa sapere Sara Gobbi, Direttore Affari Europei ASTM International.

 


Il sistema UE


Di fronte all’epidemia da Covid-19, in un primo momento, tutti gli Stati membri si sono rinchiusi in se stessi. Un danno non da poco per la circolazione dei beni e dei servizi, come racconta Silvia Vaccaro della Commissione europea. “La nostra Direzione ha creato dei corridoi verdi per far circolare i beni – spiega Vaccaro.

Allo stesso tempo, abbiamo promosso iniziative europee per cui la valutazione della conformità fosse soggetta a procedure accelerate per il reperimento di beni fondamentali come i Dispositivi di Protezione Individuale”. Risultati raggiunti anche grazie a una grande cooperazione tra gli Stati membri.

“Può accadere che aziende esportatrici debbano affrontare costi aggiuntivi che possono creare barriere tecniche al commercio – osserva Claudia Colla della Commissione europea. L’Unione, e in particolare la Commissione, agisce a livello bilaterale e multilaterale affinché i Paesi europei vengano tutelati”.

 


Il sistema Italia


Anche l’Ente Unico nazionale di accreditamento è stato chiamato in prima linea per supportare la gestione della pandemia. “Abbiamo creato una pagina del sito dedicata proprio alla gestione dell’emergenza Coronavirus – fa sapere Mariagrazia Lanzanova, Responsabile dell’Area Volontaria del Dipartimento Certificazione e Ispezione Accredia. Inoltre abbiamo puntato sulle verifiche da remoto che hanno superato in percentuale, quelle in presenza”.

E nei prossimi mesi? “Il 2021 sarà incentrato principalmente nell’effettuazione delle attività di accreditamento a fronte del DM 93/2017 e del DPR 462/2001 – spiega Lorenzo Petrilli, Responsabile dell’Area Regolamentata del Dipartimento Certificazione e Ispezione di Accredia. Come avvenuto nel corso dell’anno 2020, salvo alcuni casi, le verifiche dovranno essere eseguite in campo con la presenza fisica dell’intero team ispettivo di Accredia, o in alcuni casi con una parte del team collegata da remoto. Alcune verifiche di sorveglianza potrebbero invece essere eseguite completamente da remoto”.

 


Il Next Normal


Il 2020 è stato un anno di cambiamenti anche per l’Ente italiano di normazione. “Abbiamo gestito più di 1.000 riunioni virtuali – dichiara Ruggero Lensi, Direttore Generale di UNI – e siamo stati i primi a mettere a disposizione le norme gratuitamente. Stiamo lavorando – continua – affinché le norme siano consultabili digitalmente, con software che leggano direttamente le norme senza intervento umano”.

La sensazione di aver camminato a una velocità doppia, in questi ultimi mesi, ce l’ha anche Vincenzo Patti, Rappresentate del Comitato di Coordinamento delle Associazioni che riuniscono gli organismi e i laboratori accreditati. “Per gli organismi di valutazione della conformità, il 2020 è stato un anno di non ritorno e durante questi mesi abbiamo investito tante risorse, cercando sempre un equilibrio tra persone e digitalizzazione, che ormai non può essere considerata un optional”, racconta durante il Convegno.

E a ritmi serrati continuerà a lavorare anche l’Ente di accreditamento, come sottolinea il Direttore Generale di Accredia, Filippo Trifiletti: “Faremo qualche ritocco sia allo Statuto per migliorare la funzionalità dell’Ente, sia alle tariffe dell’accreditamento, prevedendone una riduzione a vantaggio di tutta l’Infrastruttura nazionale per la Qualità”.