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Dalla riferibilità alle tarature accreditate, tra PNRR e Piano Transizione 4.0

Intervista
18 giugno 2021

"Dalla completezza dell’informazione dipende l’affidabilità nel processo di misura. E questo è ancora più importante per le tarature”: Rosalba Mugno racconta il mondo delle tarature, basate su principi fondamentali e proiettate nel futuro.

Misurare è conoscere. La metrologia fornisce strumenti per la conoscenza oggettiva con cui poter assumere decisioni consapevoli. Ma non è sufficiente che uno strumento produca un valore. Non basta leggere un numero su un display o su un certificato. Perché? Lo spiega Rosalba Mugno, Direttore del Dipartimento Laboratori di taratura di Accredia, che gestisce gli accreditamenti dei laboratori di taratura, dei produttori di materiali di riferimento e delle biobanche.

 

In una società globalizzata, misurare significa anche farlo sulla base di principi concordati, quali quelli dell’accreditamento. Ma che cosa si intende quando si parla di “misure metrologicamente riferibili”? 

La riferibilità metrologica è un attributo associato alle indicazioni degli strumenti di misura, ai valori dei campioni di misura e dei materiali di riferimento. Indicazioni di misura sono, per esempio, la temperatura restituita da un termometro o il valore attribuito a una caratteristica del campione di misura – come la massa di un peso – o il valore attribuito a una caratteristica di un materiale di riferimento – come la quantità di un gas disciolto in una miscela. Affermare quindi che l’indicazione fornita da uno strumento o da un campione di misura è metrologicamente riferibile, significa affermare che quel valore è riconducibile, attraverso una catena ininterrotta di confronti, alla realizzazione primaria della sua unità di misura ed è noto con la sua opportuna incertezza.

Non è sufficiente però che uno strumento produca un valore o che a una caratteristica di un campione o di un materiale di riferimento sia attribuito un valore: è necessario estrarre l’informazione completa che deriva dalla sua determinazione. La riferibilità metrologica infatti consente di disporre di un’informazione completa della misura che deriva dallo strumento, dal campione o dal materiale di riferimento. Però, per essere certi che questa informazione sia affidabile e corretta, bisogna passare sul piano applicativo, anche attraverso l’accreditamento.

 

Il PNRR apre parecchie opportunità per la metrologia italiana. Sono diversi i vantaggi che può portare l’uso delle attività accreditate di taratura e di produzione dei materiali di riferimento in ambito di digitalizzazione, innovazione e transizione ecologica. Può farci qualche esempio

In varie priorità strategiche concordate a livello europeo per il rilancio dell’Italia, si può intravedere l’utilità di ricorrere alla taratura e alla produzione di materiali di riferimento accreditati. Per esempio, per il rafforzamento del nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0 si potrebbero aprire delle opportunità per le aziende, qualora queste vogliano investire in strumentazione di misura.

Potremmo anche immaginare di utilizzare proficuamente le taratura accreditate per predisporre e usare sistemi di rilevamento robusti e affidabili anche in materia di transizione ecologica e mobilità locale sostenibile. Potremmo giovarci degli accreditamenti delle tarature anche con l’obiettivo della sicurezza, per esempio rispetto all’alta velocità ferroviaria o alla manutenzione stradale. E infine, abbiamo il temi “Dalla ricerca all’impresa”. Si potrebbero aprire vari scenari riguardo alle nuove necessità di riferibilità metrologica. Potremmo attenderci delle iniziative audaci da parte di infrastrutture, sollecitate a utilizzare le definizioni aperte dal nuovo sistema internazionale delle unità di misure in materia di realizzazione delle unità stesse.

 

La misurazione gioca un ruolo importante anche in campo medico. Non è un caso infatti che “Misurare per la salute” sia il tema del Word Metrology Day 2021, con un esplicito richiamo alle biobanche…

Il quadro generale di riferimento in cui si colloca lo schema di accreditamento delle biobanche è quello di supporto alla ricerca accademica e industriale e, in particolare, al progresso di quelle tecnologie che utilizzano organismi viventi per lo sviluppo di prodotti e di servizi. L’accreditamento rappresenta lo strumento indicato quando la biobanca intende dimostrare che è in grado di fornire un materiale biologico raccolto, o manipolato e conservato, secondo metodi standardizzati e tracciabili e internazionalmente condivisi.

Il panorama italiano, in realtà, già usufruisce di materiali biologici con queste caratteristiche, gestiti per esempio dagli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS). A valle dei primi accreditamenti, a livello europeo e internazionale, il mutuo riconoscimento delle attestazioni di competenza, affidabilità e imparzialità, verrà esteso anche alle attività di biobanking. Quindi tramite l’accreditamento, le attestazioni rilasciate a livello nazionale consentiranno alle biobanche italiane di essere riconosciute in tutti i Paesi del mondo.

 

Il nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0, ex Industria 4.0, è il primo mattone su cui si fonda il Recovery Fund italiano. Il mondo delle tarature è già coinvolto in questo processo di innovazione tecnologica. Quali sono le prospettive e le novità del prossimo futuro? 

Due cose abbiamo ben chiare della quarta rivoluzione industriale: la gestione del dato e la sua accessibilità da remoto.

Il metrologo, nella sua visione futura, dovrà riuscire a fare un salto culturale e pensare alle informazioni, perché queste consentono l’uso corretto della misura. L’informazione è centrale, e la sua possibilità di archiviazione, trasferimento e successiva integrazione sono le sfide del futuro. Ipotizzo una progressiva scomparsa del certificato di taratura, come lo conosciamo oggi, e una sua sostituzione con un set di informazioni, un insieme di dati facilmente trasferibili e integrabili. E immagino, in questo, un proficuo impiego dell’informatica sia in fase di progettazione delle tarature, che in trasmissione in sicurezza dei dati, che di integrazione con il sistema ricevente dell’utilizzatore.

Poi c’è tutto il capitolo della gestione da remoto delle informazioni e dell’automatizzazione dei protocolli di misura. Dopo l’abbandono della carta, sarà la volta, probabilmente, anche dell’addio alla presenza fisica dell’operatore nel luogo dove l’informazione viene generata. Non sono certo una novità le riprese in tempo reale e le acquisizioni automatiche. Immagino scenari simili anche per le tarature.