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Colf, babysitter e badanti: Accredia e UNI per la certificazione accreditata delle competenze

Notizia
01 ottobre 2021

Grazie alla certificazione secondo la UNI 11766 rilasciata dagli organismi accreditati, gli assistenti familiari, come colf, babysitter e badanti, possono valorizzare le loro capacità sul lavoro e ottenere un riconoscimento economico ad hoc.

Un ulteriore passo in avanti nella qualità dell’assistenza familiare. La certificazione rilasciata dagli organismi accreditati ai sensi della norma tecnica UNI 11766:2019 “Attività professionali non regolamentate. Assistente familiare: colf, babysitter, badante – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza”, è stata già riconosciuta e inserita da un anno nel contratto collettivo nazionale dedicato ai lavoratori domestici, e dal 1° ottobre farà partire un’integrazione al trattamento economico minimo.

La norma – elaborata dall’Ente Italiano di Normazione – e la relativa certificazione rappresentano un unicum in tutto il mondo, dal momento che l’Italia è il primo Paese a prevedere un percorso di questo genere per garantire le competenze degli assistenti familiari. Si tratta di circa 2 milioni di lavoratori, una buona parte purtroppo non regolarizzati, che assistono persone fragili, quali anziani, bambini e disabili.

La norma UNI 11766 definisce i requisiti di ciascuna figura professionale, in conformità al Quadro europeo delle qualifiche, ed elenca tutte le conoscenze, abilità e competenze necessarie per essere qualificati da un organismo accreditato. Per ogni tipo di assistente familiare vengono definiti compiti e attività specifiche che l’assistente deve essere in grado di svolgere, oltre a prevedere il rispetto del codice deontologico per i lavoratori domestici.

Per ottenere la certificazione, rivolgendosi agli organismi accreditati secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17024, oltre alla conoscenza della lingua italiana, bisognerà aver frequentato un percorso formativo gratuito, per acquisire le competenze richieste dalle norme, e aver lavorato in regola nell’assistenza familiare per almeno 12 mesi.

Grazie alla norma UNI e alla certificazione, ci si potrà quindi affidare a professionisti qualificati e garantiti in grado di svolgere un lavoro delicato come quello dell’assistente familiare, le cui abilità sono in linea con gli standard europei e sono state verificate da un organismo indipendente, con maggiori tutele e garanzie per le famiglie e la società in generale.

Gli assistenti familiari, dal canto loro, oltre ad acquisire e migliorare le proprie competenze e reputazione, potranno vedersi riconosciuti diritti, permessi retribuiti, congedi, ferie e contributi assistenziali e pensionistici.

“La certificazione degli assistenti familiari rappresenta un risultato significativo, perché aumenta le garanzie e le tutele sia per chi ricorre a tali figure, che ora potrà scegliere professionisti qualificati, sia per chi deve esercitare questo lavoro. In più, il conseguimento di un’indennità mensile rappresenta un ulteriore riconoscimento per il professionista, che ha lavorato per migliorare le sue conoscenze e le sue abilità, decidendo di certificarsi e sottoponendosi alle verifiche di un organismo accreditato ossia competente e imparziale”, commenta Emanuele Riva, Direttore del Dipartimento Certificazione e Ispezione di Accredia. “Questo lavoro, oltre a rappresentare un merito per l’Italia, primo Paese a intervenire in un settore spesso restio in termini di diritti e riconoscimenti, permetterà di crescere nella qualità e nella sicurezza di un servizio sempre più fondamentale per la società di oggi e del futuro”, conclude Riva.

“L’attività di colf, babysitter e – soprattutto – badanti costituisce un elemento fondamentale del welfare del Paese, in quanto si tratta di figure professionali essenziali per la qualità della vita delle famiglie” – dichiara Stefano Bonetto Presidente della commissione “Servizi” UNI. “Abbiamo avvertito quindi l’esigenza di fornire alle famiglie dei criteri obiettivi e attendibili per la scelta delle persone alle quali affidare la propria casa e i propri cari, non esistendo – prima della pubblicazione di questa norma – alcuna condizione per essere considerati colf, babysitter o badanti ‘professionali’ “.