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Dal food alla cybersecurity, alla gender equality: lo stato degli accreditamenti

Intervista
20 luglio 2022

Un bilancio delle attività di accreditamento del Dipartimento Certificazione e Ispezione di Accredia, sempre più orientate alla sicurezza dei servizi e alla tutela delle persone e dell’ambiente, come racconta la Vice Direttrice Mariagrazia Lanzanova.

Il concetto di sostenibilità è ormai entrato nel linguaggio comune. Sempre più aziende cercano di adottare green practice mettendo in campo una serie di strumenti e assetti organizzativo/gestionali volti a ridurre l’impatto dell’attività dell’impresa sull’ecosistema e a implementare una strategia orientata alla sostenibilità ambientale. Mariagrazia Lanzanova, Vice Direttrice del Dipartimento Certificazione e Ispezione, spiega come i servizi accreditati possano aiutare imprese e professionisti a raggiungere l’obiettivo.

 

Quali sono i settori che maggiormente si stanno spingendo verso la certificazione accreditata nell’ambito della sostenibilità e qual è la politica di Accredia, soprattutto verso i cosiddetti schemi proprietari?

Gli schemi di certificazione accreditati per la sostenibilità toccano diversi ambiti. Pensiamo all’agricoltura; al settore tessile, grazie al quale si promuove l’utilizzo di fibre naturali coltivate secondo i principi dell’agricoltura biologica; alla cosmesi che prevede la realizzazione di prodotti cosmetici sostenibili con l’utilizzo di ingredienti naturali rispettosi dell’ambiente, degli animali e della salute umana, fino ad arrivare all’ambito del packaging.

La certificazione accreditata può aiutare a utilizzare le risorse al meglio e, una volta applicata, porta anche dei benefici economici e sociali sull’attività dell’impresa. Nel settore dell’agricoltura e dell’agroalimentare in generale, sono diversi gli schemi di certificazione accreditati da Accredia che in questi ultimi anni si sono affermati sul mercato. Un tipo di produzione che porta a una riduzione delle emissioni nell’ambiente di sostanze chimiche, anche a fronte di schemi internazionali che mirano a ridurre al minimo gli impatti ambientali, fino agli schemi che supportano il PNRR e il Green Deal europeo. Abbiamo anche altre certificazioni di prodotto e di sistemi di gestione, accreditati o in fase di accreditamento, che riguardano il materiale riciclato, le ispezioni sulle tecnologie ambientali, le emissioni di gas serra e le dichiarazioni ambientali di prodotto.

Accredia ha partecipato e partecipa tuttora a diversi tavoli normativi promossi dagli Enti di normazione nazionali per lo sviluppo di norme di Prassi di Riferimento orientate alla sostenibilità. Di recente abbiamo anche avviato l’accreditamento delle certificazioni del sistema di gestione della sostenibilità.

Sono schemi proprietari, promossi, appunto, da proprietari di schema che non “coincidono” con un Ente di normazione. Quindi non sono basati su norme o su PdR, ma su specifiche tecniche, su schemi sviluppati al fine di valorizzare determinati settori. Con il Comitato di Indirizzo e Garanzia di Accredia stiamo cercando di migliorare il processo di valutazione di questi schemi proprietari per valorizzarne maggiormente l’impatto sul mercato.

 

Soffermiamoci sull’agroalimentare. Dal punto di vista dell’accreditamento, quali sono le novità più recenti in tema di agricoltura biologica e di produzione di qualità?

La principale novità, per quanto riguarda l’agricoltura biologica, è l’entrata in vigore il 1º gennaio 2022 del Regolamento UE 848/2018 applicabile in tutti i Paesi membri, che ha sostituito il Regolamento CE 834/2007 e che stabilisce i principi e le norme applicabili alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici. In Accredia è attivo da anni un gruppo di lavoro composto dai principali stakeholder del biologico, quali il MIPAAF, le Regioni, le associazioni degli organismi di certificazione accreditate e le associazioni dei produttori, insieme a tutte le organizzazioni imprenditoriali del settore.

A fronte del nuovo regolamento, abbiamo aggiornato anche il Regolamento Tecnico Accredia RT-16 per quanto riguarda i criteri-guida per la valutazione del rischio, secondo quanto previsto all’articolo 40 del Regolamento 848. Questo articolo richiede appunto la preparazione da parte degli organismi di controllo di una procedura di valutazione del rischio che è finalizzata anche a determinare l’intensità e la frequenza delle verifiche di conformità degli operatori e dei gruppi di operatori. L’obiettivo del documento tecnico, che ha carattere di obbligazione contrattuale nei confronti degli organismi di certificazione accreditati, è quello di armonizzare le procedure degli organismi nella gestione della valutazione del rischio.

Il nuovo Regolamento UE prevede anche controlli molto più stringenti da parte degli Enti di accreditamento verso gli organismi di certificazione che operano nei Paesi terzi, dove, dal 2025, verranno applicati gli stessi requisiti previsti in UE. Un modo per dare ancora più affidabilità alle certificazioni rilasciate in questi Paesi in cui i prodotti certificati entreranno nel mercato europeo.

Al fine di supportare gli Enti di accreditamento in queste attività di valutazione e aumentare l’efficacia del controllo, EA ha emesso nell’ultimo anno due documenti obbligatori. In particolare uno di questi documenti è una revisione che definisce l’ambito di accreditamento, i requisiti di qualifica che devono possedere gli ispettori e quelli per l’accreditamento degli organismi che operano nell’UE e nei Paesi terzi. L’altro documento stabilisce invece la politica di accreditamento degli organismi di certificazione che forniscono la certificazione ai prodotti a denominazione di origine DOP, IGP, STG.

 

Parliamo ora del Regolamento europeo sulla commercializzazione dei prodotti fertilizzanti. Anche qui è previsto il ricorso all’accreditamento per qualificare gli organismi che certificheranno questo tipo di prodotti. A che punto siamo dal punto di vista del recepimento delle regole e come procedono le interlocuzioni con il MIPAAF?

Parliamo del Regolamento UE 1009/2019, applicato dal 16 luglio scorso, che stabilisce le norme relative alla messa a disposizione sul mercato di prodotti fertilizzanti dell’UE, prevedendone la marcatura CE. In questo momento siamo in attesa dell’emissione da parte del MIPAAF di uno schema ministeriale per definire le regole di certificazione dei fertilizzanti.

L’obiettivo è quello di istituire un registro nazionale degli organismi di valutazione della conformità autorizzati e notificati, definendone le caratteristiche, la gestione e le modalità operative per la presentazione di una domanda di notifica da parte di un organismo all’Autorità di notifica nazionale. Inoltre è necessario identificare la procedura per la successiva notifica alla Commissione europea da parte della stessa Autorità, nonché individuare l’Ente a cui affidare l’accreditamento degli organismi di valutazione della conformità e i controlli per il mantenimento dello stesso accreditamento. L’obiettivo principale del regolamento è quello di armonizzare le regole che riguardano sia i fertilizzanti derivanti da prodotti riciclati organici, sia quelli composti da materiali inorganici derivanti da estrazioni o da procedimenti chimici che avevano già una loro disciplina.

Lo schema di decreto del MIPAAF sviluppa quanto previsto specificatamente agli articoli del regolamento: art. 22, sulla possibilità di ricorrere all’accreditamento degli organismi di valutazione della conformità; art. 24, che contiene i requisiti che devono soddisfare tali organismi; art. 27, che prevede che la domanda di notifica presentata dall’organismo di valutazione della conformità debba comprendere anche un certificato di accreditamento; art. 28, inerente alla procedura di notifica degli organismi di valutazione della conformità da parte dell’autorità di notifica; art. 29, sulla pubblicazione, da parte della Commissione di un elenco pubblico degli organismi notificati.

Appena il MIPAAF emetterà il decreto, saremo pronti a ricevere le domande di accreditamento. La procedura di accreditamento segue le medesime prassi e le medesime regole già applicate da Accredia per gli ambiti notificati.

 

Proviamo a dare una panoramica dei diversi ambiti in cui Accredia sta dando il suo contributo, anche per la realizzazione dei progetti legati al PNRR.

Alla fine del primo semestre possiamo fare bilanci parziali nell’ambito dell’area volontaria. Ad oggi sono circa 80 gli accreditamenti e le estensioni dell’accreditamento già rilasciati. Abbiamo registrato un aumento significativo di certificazioni in ambito di figure professionali, in particolare per gestione dell’innovazione, information technology, compliance e anticorruzione.

Nei giorni scorsi abbiamo rilasciato i primi accreditamenti per la certificazione di sistema di gestione della parità di genere, in conformità alla UNI/PdR 125/2022. La certificazione della parità di genere rappresenta uno degli ambiti previsti nel PNRR per incentivare le imprese ad adottare policy adeguate, volte a ridurre il divario di genere, creare opportunità di carriera, promuovere le politiche di gestione delle differenze di genere e la tutela della genitorialità.

Inoltre, è stato emesso l’avviso relativo al Fondo Accessibilità Turistica, contestualmente alla pubblicazione del Decreto interministeriale sugli incentivi per la certificazione di accessibilità dei servizi turistici ed è stato costituito in UNI un gruppo di lavoro a cui partecipa anche Accredia, insieme al Ministero del Turismo e agli organismi di certificazione. L’obiettivo è quello di poter certificare nei prossimi mesi, anche in questo ambito.

Stiamo collaborando anche con l’Autorità competente per la certificazione dei sistemi di gestione degli enti gestori per la sicurezza delle infrastrutture stradali e autostradali. Non dimentichiamo poi la collaborazione tra Accredia e il MiTE, per quanto riguarda la definizione dei Decreti ministeriali, sia per i CAM di nuova emissione sia per l’aggiornamento di quelli esistenti, come ad esempio quelli sulle costruzioni o quelli che riguardano le infrastrutture stradali.