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Agroalimentare di qualità, il ruolo degli organismi accreditati

Pillole di Osservatorio
29 dicembre 2022

I dati 2021 dell’agroalimentare di qualità, presentati da ISMEA-Qualivita, certificano una ripresa vigorosa e un valore della produzione che supera i 19 miliardi di euro. Un successo al quale contribuiscono gli organismi di controllo accreditati.

L’analisi del XX Rapporto Ismea-Qualivita 2022 mostra un quadro del mercato agroalimentare italiano di qualità in netta ripresa dopo la crisi pandemica del 2020. I dati dell’ultima edizione, riferiti al 2021, certificano una produzione delle DOP, IGP e STG alimentari e vinicole pari a 19,1 miliardi di euro.

Si tratta di una ripresa del +16,1% che, in parte, incorpora un effetto “rimbalzo” rispetto al -2% su base annua registrato nel 2020, ma che colloca il contributo del settore all’agroalimentare certificato al 21%: oltre un quinto della produzione agroalimentare nazionale è certificata DOP IGP.

Cresce anche l’export, tradizionalmente punto di forza del settore, del +12,8%, arrivando ad un valore di 10,7 miliardi di euro. I principali mercati di destinazione si confermano gli USA, la Germania e il Regno Unito.

Nel 2020 il settore aveva dimostrato la sua collaudata capacità di risposta alle crisi, ma nel 2021 si (ri)colloca su un sentiero di crescita a doppia cifra che, negli ultimi 10 anni, ha reso il comparto centrale per l’economia nazionale. Quello delineato dal Rapporto Ismea-Qualivita 2022 è un settore produttivo molto vivace, che coinvolge i giovani, che investe in innovazione e che costituisce una forza propulsiva per i territori.

Le filiere dei prodotti DOP IGP, per natura non delocalizzabili, sono espressione di un patrimonio economico e culturale che fa da volano per il Made in Italy nel mondo. Non a caso il nostro Paese, primo in Europa per Indicazioni Geografiche (IG), rappresenta un’eccellenza.

In generale, il 2021 fa registrare una crescita per 18 regioni su 20 dimostrando una dinamica robusta e diffusa su tutto il territorio nazionale. In un’analisi regionale del valore della produzione DOP IGP sulle prime dieci regioni per impatto economico sul settore agroalimentare, si notano le dinamiche di Puglia e Veneto, in cui il valore della produzione cresce, rispettivamente, del +34,1% e del +27,7%.

Dall’analisi di dettaglio dei primi 15 prodotti DOP IGP per valore della produzione emerge il consolidamento del primato di Parmigiano Reggiano nel comparto cibo e Prosecco in quello vino; entrambi registrano infatti un aumento del valore di produzione nel 2021. Nel caso del Prosecco il valore in milioni di euro passa da 608 a 887 con un incremento del 45,9%. Con poche eccezioni, tutti i prodotti segnano aumenti significativi, dimostrando il crescente riconoscimento delle IG nei mercati nazionali e internazionali.

Un settore come l’agroalimentare di qualità poggia sulla fiducia che i consumatori riconoscono ai prodotti. In Europa, questo è sempre stato un tema di attenzione e tutela: il sistema di controllo basato anche sulla conformità alla norma di accreditamento ISO/IEC 17065 per le attività degli organismi privati (a differenza di quelli autorizzati dal Ministero dell’Agricoltura) garantisce la conformità dei prodotti DOP, IGP e STG e dei vini ai disciplinari di produzione.

In Italia, a fine 2022 sono 29 gli organismi di controllo che operano con l’accreditamento di Accredia, di cui 24 per le produzioni agroalimentari IGP, DOP ed STG e 13 nel mercato vitivinicolo di qualità.

Le filiere delle IG di qualità, dopo aver affrontato la crisi pandemica attraverso una risposta “di sistema”, anche grazie ai Consorzi di tutela, e contribuito alla tenuta economica di territori e comunità locali, si confrontano oggi con un contesto geopolitico ed economico complesso. Secondo gli operatori, le attuali problematiche delle filiere DOP, IGP e STG si concentrano principalmente sui costi dell’energia, a cui si lega il tema dei trasporti, certamente significativo in un settore così vocato all’export.

Come è stato nel 2020, così oggi, la risposta strategica che sapranno dare le filiere e a cui Accredia, attraverso l’accreditamento degli organismi di controllo, darà certamente il proprio contributo, sarà decisiva ed efficace. Un’ulteriore conferma della capacità del settore di resistere alle fluttuazioni dell’economia, grazie alla forza legata al riconoscimento e alla fiducia sulla qualità dei prodotti Made in Italy nel mondo.