Coronavirus, accreditati i primi laboratori per la ricerca del virus nei tamponi

Il Laboratorio di Microbiologia e Virologia della UOC dell’Azienda Ospedale-Università di Padova, guidato dal prof. Andrea Crisanti e il Laboratorio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise, a Teramo, sono i primi laboratori accreditati da Accredia per la ricerca del Coronavirus nei tamponi faringei. Si tratta di un ulteriore contributo importante dell’Ente Unico di accreditamento alla lotta contro la pandemia dovuta al Covid-19.

I laboratori hanno dovuto infatti dimostrare che la procedura di esame seguita sul tampone abbia prestazioni idonee in termini di sensibilità, specificità, ripetibilità e limite di determinazione, sottoponendosi alle verifiche di valutazione condotte dagli ispettori di Accredia, volti ad accertare la competenza, l’indipendenza e l’imparzialità del modo di operare delle strutture.

“L’accreditamento rappresenta una garanzia in più sia per la salute dei cittadini, che possono così contare su esami svolti con competenza e affidabilità, sia per il laboratorio stesso, che realizza un vero salto di qualità in termini di maggiore reputazione – ha spiegato il Presidente di Accredia, Giuseppe Rossi –. Grazie all’attività svolta dall’Ente Unico, la Pubblica Amministrazione può razionalizzare e semplificare i controlli sulle strutture sanitarie che erogano tali servizi – ha continuato Rossi –. È per questo motivo che sia a livello nazionale, come accade nella Provincia Autonoma di Trento, che europeo, come in Francia, l’accreditamento dei laboratori medici in base alla norma ISO 15189 rappresenta un prerequisito obbligatorio”.

Nello specifico, l’accreditamento ottenuto dai laboratori prevede la verifica, sia in termini di conformità del sistema di gestione che di adeguatezza tecnica del laboratorio, di tutti i processi coinvolti nella ricerca del virus SARS-CoV-2, con particolare riferimento a competenza del personale, validazione del sistema diagnostico utilizzato, prelievo e trasporto del campione, locali di lavoro, apparecchiature, riferibilità metrologica, assicurazione qualità, interpretazione e presentazione degli esiti degli esami.

Sul valore dell’accreditamento si è di recente espressa anche la Commissione europea, con la Raccomandazione 2020/1743 del 18 novembre 2020, che invita gli Stati Membri a utilizzare laboratori medici accreditati ISO 15189 per la diagnosi dell’infezione da SARS-CoV-2, perché tali laboratori, si legge nella Raccomandazione, “soddisfano requisiti di elevata qualità” e perché l’accreditamento garantisce che i laboratori “siano sottoposti a controlli periodici e soddisfino i necessari requisiti di qualità e competenza”.

“Ci auguriamo che in Italia, già avamposto nella medicina di laboratorio – ha concluso Rossi – possano esserci altre strutture che scelgano la strada dell’accreditamento”.