Imprese certificate: più integrate nei mercati internazionali

La collaborazione consolidata tra Accredia e Istat si concretizza in un percorso quadriennale (2018-2021) di analisi sulla diffusione dello strumento della certificazione accreditata tra le aziende esportatrici. L’ultimo aggiornamento dei dati (2021) ha arricchito la pubblicazione di un importante strumento di informazione per lo studio e l’analisi dello scenario economico mondiale come l’Annuario Istat-ICE.

Le nuove tavole sono il risultato dell’integrazione della base dati micro TEC-FrameSBS e della base dati sulle imprese certificate per i sistemi di gestione. A fronte di una quota del 16,9% di imprese certificate sul totale delle imprese esportatrici, nel 2021 sono oltre 20mila le aziende che possiedono un sistema di gestione certificato sotto accreditamento.

Le quote di diffusione aumentano leggermente nel quadriennio di analisi, anche considerando il valore delle esportazioni. In questo caso la quota in valore di export attribuibile a imprese certificate supera il 50%, suggerendo una maggiore diffusione dei sistemi di gestione tra le imprese di maggiore dimensione.

Coerentemente, si evidenzia una quota decrescente di imprese certificate sul totale imprese esportatrici al diminuire della dimensione aziendale. Questa va da un massimo del 60% nelle imprese appartenenti alla classe 250-499 addetti, al 4% nelle microimprese.

I settori nei quali la diffusione è maggiore sono caratterizzati da una elevata standardizzazione dei processi produttivi: dalla farmaceutica, all’automotive, dalla fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio, alla fabbricazione di computer e prodotti per l’elettronica.

Le imprese certificate sono più integrate nelle catene del valore internazionali, poiché, soprattutto in Europa, le certificazioni accreditate rappresentano una qualifica richiesta normalmente ai propri fornitori, anche internazionali.

Il contributo ai flussi di export dato dalla certificazione è riscontrabile anche nella maggiore propensione all’export delle aziende certificate. Il differenziale positivo, mediamente pari al 5,2%, caratterizza in particolare le imprese appartenenti alle classi di addetti 20 – 49, 50 – 99 e 100 – 249.

La gran parte del valore delle merci esportate dalle imprese certificate è collocato in Unione europea (145.239 milioni di euro) e nei Paesi europei non UE (35.650 milioni di euro), con valori importanti anche in America settentrionale (26.119 milioni di euro) e Asia orientale (20.011 milioni di euro).

Oltre a facilitare la penetrazione delle imprese nei mercati globali attraverso la partecipazione alle catene del valore, in particolare europee, la certificazione accreditata dei sistemi di gestione ha un effetto sull’efficientamento dei processi e l’ottimizzazione organizzativa.

Il beneficio di una struttura organizzativa rispondente a standard di qualità internazionali è particolarmente rilevante per le microimprese. Non è un caso che il differenziale di produttività tra imprese certificate e le altre imprese esportatrici cresca al diminuire della dimensione aziendale. Nel 2021, ultimo dato disponibile, le microimprese certificate avevano una produttività maggiore del 53,7% rispetto alle altre imprese.

Anche segmentando i differenziali di produttività per classe di addetti e area geografica, si conferma la relazione inversa con la dimensione aziendale; è interessante notare che i differenziali maggiori riguardano le microimprese del centro e del sud e isole.