Il quadro macroeconomico attuale è fortemente condizionato dall’onda lunga della pandemia e dalla guerra in Ucraina, che ha portato conseguenze economiche dirette, segnatamente per i Paesi dell’Unione europea. Alcune tendenze generali, già osservate nel 2021, si sono intensificate e i Governi europei, alle prese con le azioni di policy finanziate da Next Generation EU, sono chiamati ad un maggior coordinamento strategico.
Già a partire dal 2020, al principio della crisi economica conseguente alla pandemia da Covid-19, tutti i Paesi coinvolti nelle catene del valore globali avevano subito un duro contraccolpo. Le restrizioni alla circolazione di beni avevano indebolito le catene di approvvigionamento e prodotto strozzature dell’offerta, altamente asimmetriche tra settori e aree di scambio. Il nuovo shock esogeno subito dai mercati (che non lo avevano previsto) ha esasperato il clima di incertezza di imprese e famiglie e, in un contesto di crescita dei prezzi, soprattutto in Europa, richiede scelte di policy strategiche e decisive su temi centrali come il bilancio europeo e l’indipendenza energetica.
Relativamente al commercio internazionale e al futuro della globalizzazione degli scambi, nel lungo periodo, certamente, assisteremo all’intensificarsi di una tendenza alla regionalizzazione. Oggi si parla di accorciare le proprie filiere produttive e rilocalizzare investimenti in Paesi considerati alleati (cd. friendshoring), proprio per mitigare il rischio di interruzioni delle catene di approvvigionamento a causa di nascenti conflitti e tensioni tra Paesi.
Lo studio dei tassi di crescita del volume degli scambi mostra un andamento crescente e continuo negli anni, oltre all’evidente recupero rispetto al livello precedente alla pandemia.
È la dimostrazione di un sistema economico globale altamente interdipendente, che nonostante il Covid, ha dimostrato di reggere gli shock e che difficilmente, nel breve periodo, potrà cambiare. L’Europa, in particolare, dipende dall’estero per la fornitura di molti beni primari e non è facile immaginare di trovare fornitori amici per alcuni di questi, come il palladio, se metà della produzione mondiale avviene in Russia. I costi per rendersi indipendenti sono poi notevoli, come dimostrano i piani di USA e UE per sviluppare l’industria dei semiconduttori.
Essendosi originato sul lato dell’offerta, lo shock economico, conseguente alle sanzioni imposte alla Federazione Russa, è in parte simile a quello provocato dalla pandemia, ma si caratterizza per l’accelerazione dei prezzi di energia e materie prime. Dal lato dell’offerta, l’aumento dei costi di produzione, sta già avendo, in Italia, un forte impatto sulla marginalità, soprattutto considerando il posizionamento nelle filiere dell’industria italiana. Dal punto di vista della domanda delle famiglie i rischi sono legati all’aumento dei prezzi che sta colpendo soprattutto i generi di prima necessità, maggiormente impattante sui consumi delle fasce di reddito più basse.
Conseguentemente agli shock derivanti da pandemia e guerra, due sviluppi dell’economia mondiale dovranno essere tenuti sotto controllo:
- Crisi del multilateralismo e delle organizzazioni internazionali, di cui, il principale esempio è rappresentato dall’Organizzazione Mondiale del Commercio
- Crescente frammentazione del sistema dei pagamenti internazionali.
La ricetta europea per superare anche questa crisi è rappresentata dal Mercato Unico e dagli oltre 70 Accordi di libero scambio di cui l’UE fa parte che consentono di sviluppare strategie più flessibili e diversificare flussi commerciali e catene di fornitura in maniera più rapida. In generale gli attori internazionali coinvolti nella globalizzazione continueranno a fare i conti con l’approvvigionamento di materie prime, tecnologie e input strategici che, negli anni continuerà a crescere, proprio a causa della transizione tecnologica che sta attraversando l’economia e che, in Europa, è una delle principali direttrici di sviluppo.
A marzo scorso, la Commissione europea ha pubblicato il report della consultazione pubblica online, lanciata a ottobre 2021, sulla Revisione del quadro di governance economica della UE, alla quale l’Italia ha dato un sostanzioso contributo. Dal report emerge una nuova governance economica più favorevole alla crescita, attenta alle questioni sociali, che sostiene al contempo le priorità politiche per la doppia transizione ecologica e digitale. Oltre a questo, l’auspicio che emerge è che l’Unione riconosca un quadro di bilancio a sostegno della resilienza delle economie dell’UE agli shock, pur rispettando la sostenibilità dei debiti. È inoltre centrale per lo sviluppo delle politiche economiche europee sostenere processi di maggior semplificazione e trasparenza. In questo senso Next Generation EU è visto come un’ispirazione positiva per il futuro quadro di governance in termini di promozione di riforme e investimenti strategici.
Un contributo decisivo allo sviluppo del Mercato Unico, in primis, e per un maggior coordinamento strategico delle politiche europee deriva anche dalle azioni di EA (European co-operation for Accreditation). Proprio nel 2021 è stato disposto un sostanziale allargamento dell’area di influenza di EA, anche a seguito della Brexit, prevedendo anche per i Paesi appartenenti al Consiglio d’Europa la possibilità di diventare membri effettivi.
Tale decisione riflette l’intenzione di EA di estendere quanto più possibile la rete cooperativa degli Enti europei di accreditamento, di cui Accredia fa parte, per garantire l’equivalenza, la trasparenza, la coerenza e l’efficienza dell’accreditamento armonizzato in tutta Europa. Attraverso gli Accordi di mutuo riconoscimento (EA MLA), di cui sono firmatari gli Enti full members di EA, l’accreditamento europeo garantisce alle valutazioni della conformità di processi, prodotti e servizi una validità internazionale e contribuisce all’integrazione dei mercati.
L’elevato numero di accreditamenti rilasciati agli organismi e laboratori, validi a livello internazionale grazie agli Accordi EA MLA, costituisce un contributo decisivo per il funzionamento dei mercati internazionali e un supporto importante per le economie impegnate nella duplice transizione ecologica e digitale. Considerando i primi 10 Paesi per numero di accreditamenti coperti dagli Accordi EA MLA, emerge il contributo significativo dell’Italia con circa 2.300 attestazioni rilasciate da Accredia a organismi e laboratori.