Giornata Mondiale dell’Accreditamento 2023, focus sul commercio internazionale

Il 9 giugno le Associazioni internazionali degli Enti di accreditamento celebrano il World Accreditation Day 2023, dedicato quest’anno a promuovere il ruolo dell’accreditamento e dell’Infrastruttura per la Qualità a vantaggio degli scambi commerciali.

Con il claim “Accreditamento per il futuro del commercio globale”, International Accreditation Forum (IAF) e International laboratory Accreditation (ILAC) portano l’attenzione sul principio della fiducia, garantita dalle valutazioni della conformità, come componente essenziale nei rapporti commerciali, nei mercati domestici come in quelli di destinazione dell’export.

La globalizzazione del commercio e l’affermarsi di sistemi produttivi organizzati lungo catene globali del valore – basati cioè sulla frammentazione del processo produttivo in singole fasi, allocate in imprese diverse che operano in tutto il mondo – implicano un elevato grado di coordinamento e di cooperazione anche tra imprese indipendenti e spingono all’adozione di standard tecnici e organizzativi condivisi a livello internazionale, sia per garantire la compatibilità tra prodotti e processi nelle catene globali di produzione sia per assicurare le caratteristiche di qualità dei prodotti attese dai mercati.

Gli standard trasmettono informazioni, consentono l’interoperabilità tra prodotti e processi e garantiscono livelli minimi di qualità e sicurezza. La loro efficacia e la loro capacità di trasmettere fiducia ai mercati è garantita dalle valutazioni di conformità (certificazioni, ispezioni, prove di laboratorio, ecc.) rilasciate dagli organismi di certificazione e dai laboratori, la cui imparzialità e competenza sono garantite dagli Enti di accreditamento, Accredia in Italia.

 


L’accreditamento per il commercio globale


Già molti decenni fa, sostenere il commercio globale è stato l’ethos fondante di IAF e ILAC, che tuttora guida le due organizzazioni nelle loro strategie e azioni basate sull’accreditamento.

  • Stime dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) e il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti indicano che le norme e la correlata valutazione della conformità hanno un impatto sull’80% del commercio mondiale.
  • Il Center for Economics and Business Research (CEBR) indica che le norme contribuiscono per 6,1 miliardi di sterline all’anno alle esportazioni del Regno Unito.
  • Ricerche indipendenti effettuate dal New Zealand Institute of Economic Research misurano in 4,5 miliardi di dollari neozelandesi il contributo dell’accreditamento al valore delle esportazioni.
  • In Italia, solo per i sistemi di gestione, nel 2019 le 19.677 organizzazioni certificate hanno generato un valore delle esportazioni pari a 238,9 miliardi di euro.

L’accreditamento sostiene il commercio mondiale rispondendo alle esigenze e richieste delle istituzioni, delle imprese e dei consumatori, che si tratti di sicurezza tecnica dei prodotti, governance efficace, cambiamento climatico, efficienza energetica, mercati equi o fiducia dei consumatori. Non a caso, l’accreditamento, come pilastro dell’Infrastruttura per la Qualità, è riconosciuto da organizzazioni come la World Trade Organization (WTO), le Nazioni Unite per l’industria Development Organization (UNIDO) e l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) che promuovono l’adozione delle norme tecniche e l’utilizzo delle valutazioni della conformità nelle strategie nazionali.

 


L’accreditamento per l’export italiano


Dal 2019 Accredia e Istat conducono un’indagine periodica sulle imprese esportatrici certificate per i sistemi di gestione (qualità, ambiente e sicurezza) integrando i dati sul commercio estero e quelli ricavati dalle banche dati Accredia sulle certificazioni accreditate.

Le imprese certificate hanno una maggiore propensione all’export

Tra le principali evidenze, risulta che le imprese con un sistema di gestione certificato hanno una propensione all’export superiore rispetto a quelle non certificate, del 45,4% rispetto al 42,5% nello stesso comparto manufatturiero.

Le imprese certificate sono più produttive

Un altro elemento verificato è la maggiore produttività (rapporto tra valore aggiunto e addetti dell’impresa esportatrice) delle imprese esportatrici certificate rispetto alle altre imprese esportatrici. Si tratta di un differenziale importante, che cresce al ridursi della dimensione aziendale e arriva al 75% nelle imprese con meno di 10 addetti. Questo perché nelle piccole imprese, dove generalmente la cultura organizzativa è meno avanzata, i benefici di strutturare l’attività sulla base di standard riconosciuti a livello internazionale, ne eleva l’efficienza interna, generando un vantaggio competitivo che difficilmente sarebbe possibile produrre in imprese di grandi dimensioni, strutturate e con processi aziendali formalizzati.

Le imprese certificate esportano in un numero maggiore di paesi

Anche per quanto riguarda la diversificazione geografica dei mercati di destinazione delle merci delle imprese esportatrici manifatturiere, quelle con certificazione accreditata mostrano un vantaggio rispetto a quelle non certificate. Le prime esportano in un numero maggiore di Paesi rispetto alle seconde, anche in questo caso con divari più ampi nelle imprese di minore dimensione (fino a 49 addetti), confermando la certificazione accreditata come strumento competitivo utile all’integrazione nelle catene globali del valore soprattutto per le piccole e medie imprese.