Continua a crescere la DOP economy, anche grazie all’accreditamento

In un contesto macroeconomico incerto, nel 2022 le produzioni a Indicazione Geografica DOP e IGP hanno confermato un trend di crescita importante, tanto che il valore dell’agroalimentare e del vino di qualità ha superato i 20 miliardi di euro. Il risultato, almeno in parte, è trainato dalla spinta inflattiva, ma ben rappresenta l’importanza del settore per l’economia nazionale: le DOP e IGP costituiscono il 20% del valore del settore agroalimentare e, considerando tutte le filiere, occupa ben 890.000 addetti.

Il 2022 registra inoltre un balzo in avanti dell’export dei prodotti IG, che ha raggiunto 11,6 miliardi di euro in valore, con una crescita annuale dell’8%, arrivando a rappresentare il 19% del totale export agroalimentare. La crescita delle esportazioni è legata, in particolare, all’andamento positivo dei flussi di merci verso i mercati extra-UE.

Il XXI Rapporto ISMEA-Qualivita documenta i risultati di un settore centrale per l’economia nazionale, che conferma, anche nel 2022, un andamento crescente nel valore alla produzione (+6,4% rispetto al 2021) e nel numero di riconoscimenti (+7 rispetto al 2021). Biglietto da visita per i prodotti italiani nel mondo e leva di sviluppo per il turismo enogastronomico, il settore è in continua innovazione. Negli anni più recenti, la DOP economy ha dovuto, ad esempio, gestire nuove problematiche legate ad eventi atmosferici e ambientali sfavorevoli con un impatto diretto sulle produzioni.

Innovazione gestionale e tecnologica, sono state un traino per l’intero settore agroalimentare nazionale. L’innovazione non prescinde in ogni caso dai fattori costitutivi della distintività, legati a disciplinari produttivi rigorosi e dall’attività dei 296 consorzi di tutela autorizzati dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf). I numeri sono infatti il risultato di un lavoro costante degli operatori della DOP economy, di cui i consorzi rappresentano le politiche di sviluppo e le strategie di contrasto alle emergenze a cui le filiere DOP IGP hanno dovuto rispondere nel 2022. Su tutte, l’aumento dei costi delle materie prime, acuito dal conflitto tra Russia ed Ucraina e gli effetti negativi dei cambiamenti climatici.

 


Italia prima in Europa per le IG


Le azioni di tutela e gestione del rischio, oltre a politiche lungimiranti basate sull’innovazione e sulla conservazione dei tratti caratteristici delle produzioni DOP e IGP, hanno portato l’Italia a essere stabilmente prima in Europa per numero di prodotti riconosciuti, sia nell’agroalimentare con 326 riconoscimenti, che nel vino con 527. Complessivamente, a fine 2022, con 857 prodotti IG, l’Italia rappresentava il 27% delle produzioni DOP IGP europee.


I primati regionali delle IG


Dal dettaglio regionale emerge il primato della Toscana per numero di riconoscimenti, pari a 90, di cui 58 per il vino e 32 per i prodotti agroalimentari. Tra le prime dieci regioni per numero di riconoscimenti troviamo rappresentate tutte le macroaree (Nord, Centro e Sud e Isole) a dimostrazione della capillarità di diffusione della DOP economy lungo la penisola.

Il legame con il territorio rende le IG una leva di sviluppo in aree economiche periferiche, sia attraverso effetti di spillover dovuti ai processi innovativi, sia attraverso gli effetti sui flussi turistici, oltre che ovviamente, per gli effetti diretti legati alla produzione.

Coerentemente, i dati del valore della produzione per regione, distinti tra cibo e vino, confermano la diffusione dell’economia DOP IGP lungo tutta la penisola, con crescite  importanti in Lombardia (+14,6%), Puglia (+15,6%) e Sardegna (+18,8%).


La classifica dei prodotti riconosciuti


I valori della produzione dei prodotti maggiormente rappresentativi della DOP economy sono quasi tutti in aumento su base annua. Le crescite, molte a doppia cifra, hanno riguardato anche i prodotti in cima alla classifica, con Grana Padano e Parmigiano Reggiano in aumento del 18,8% e del 7,0% rispettivamente, nel caso del comparto cibo. Nel comparto vino, invece, Prosecco DOP e Conegliano Valdobbiadene – Prosecco DOP arrivano a crescere del 29,1%e del 27,8% su base annua.


Il sistema dei controlli e delle certificazioni


Gli effetti sistemici della DOP economy e i risultati del Rapporto Ismea-Qualivita sono un segnale positivo per l’intera economia nazionale. D’altronde, il riconoscimento da parte del mercato della qualità e specializzazione delle produzioni, oltre che di tutte quelle caratteristiche che hanno a che fare con i territori e la tradizione, è possibile grazie al controllo del rispetto dei disciplinari di produzione.

In Europa, questo avviene attraverso la garanzia di un sistema di controlli basato anche sulla conformità alla norma di accreditamento UNI CEI EN ISO/IEC 17065 (per le attività degli organismi di certificazione privati), oltre che sulle autorizzazioni del Masaf.

In particolare, le Banche Dati Accredia, a fine 2022, registrano 29 organismi di controllo accreditati, di cui 24 certificano le produzioni agroalimentari IGP, DOP e STG e 13 il mercato vitivinicolo di qualità.

“E’ ormai ampiamente diffusa – si legge nel Rapporto Ismea-Qualivita – la consapevolezza che il successo di un marchio IG si basi sulla capacità di coniugare il riconoscimento della denominazione di origine a un progetto di sviluppo che coordina la produzione, la tutela e la valorizzazione del prodotto. Si tratta del modello (tutto italiano) che ha ispirato la riforma europea delle Indicazioni Geografiche, riforma che punta a rafforzare il sistema intervenendo sul potenziamento dei Consorzi di tutela, la protezione dei marchi e la trasparenza verso i consumatori.” In questo contesto, attraverso la trasparenza viene valorizzata la qualità delle produzioni IG e la garanzia offerta dagli organismi di certificazione accreditati contribuisce alla tutela del consumatore.