“Accreditamento: sinonimo di trasparenza, crescita economica e semplificazione”

Progetti collegati al PNRR, Convenzioni con la Pubblica Amministrazione, settori all’avanguardia. I numeri dell’accreditamento crescono e, in parallelo, i settori in cui le certificazioni accreditate vengono richiamate in atti pubblici e provvedimenti normativi. Ne parliamo con il Direttore Generale di Accredia, Filippo Trifiletti, che sottolinea “l’accreditamento svolge un ruolo di interesse pubblico”.

 

I numeri di Accredia parlano chiaro: i soggetti accreditati sono in continua crescita, nonostante crisi economiche e pandemia. In questo senso la Sentenza della Corte di Giustizia UE, cosiddetta Sentenza Caracciolo, dà una spinta importante. Ci può spiegare come?

L’importanza di questa sentenza non è solo nella decisione assunta, ma nel modo in cui ci si è arrivati, visto che si è creata una straordinaria sintonia fra gli Enti di accreditamento dei vari Paesi europei e i rispettivi Governi, a partire dall’Italia dove è nato il caso. Le posizioni dei Governi degli Stati Membri erano identiche a quelle espresse dalle istituzioni europee, Commissione, Consiglio e Parlamento, tutte schierate a difesa del sistema creato ormai 13 anni fa con il Regolamento 765 del 2008.

Vorrei ricordare che il 765 è l’unico al mondo a disciplinare l’accreditamento e crea in Europa un clima particolarmente favorevole per l’uso delle certificazioni accreditate. La sentenza dice proprio questo: l’attività di accreditamento viene configurata come un’attività di autorità pubblica nell’interesse generale.

Ma non solo. Dice anche che i requisiti richiesti agli Enti di accreditamento nell’Unione europea sono particolarmente rilevanti, e quindi attribuisce un valore alle certificazioni, alle prove, alle tarature accreditate nel rispetto del Regolamento 765. Un valore maggiore rispetto a quelle emesse dagli Enti di accreditamento extraeuropei. Inoltre, all’attività di accreditamento, proprio per il ruolo di pubblica autorità, non viene applicata la normativa generale, né i trattati che riguardano la circolazione dei servizi.

 

Agenda del Governo alla mano, i prossimi mesi si presentano impegnativi per il settore delle certificazioni, ma il sistema dell’accreditamento potrà sostenere concretamente i progetti previsti dal PNRR. In che modo e in quali settori?

Abbiamo svolto una ricerca in collaborazione con il Censis proprio sul modo in cui le certificazioni e le altre valutazioni di conformità accreditate possono contribuire alla buona riuscita del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Tra i risultati, un sondaggio d’opinione fra i cittadini ha dato un esito molto chiaro: la stragrande maggioranza si aspetta che i fondi europei vengano spesi presto e bene ma non senza controlli. Per questo occorre trovare una soluzione per evitare che il controllo si traduca in un eccesso di burocrazia.

Noi proponiamo un ricorso programmato all’uso delle certificazioni, delle prove, delle ispezioni e delle taratura accreditate in un regime di sussidiarietà. L’accreditamento, le certificazioni e la sorveglianza del mercato, che è l’attività svolta da istituzioni pubbliche, dovrebbero agire insieme in modo coordinato.

Abbiamo ormai esperienza di diversi anni di attività in ambiti regolamentati dalla legge. In alcuni casi, la collaborazione con le Amministrazioni ha funzionato, in altri si può fare meglio. Un esempio dove possiamo fare di più riguarda il Codice Appalti, visto che l’accreditamento potrebbe dare un contributo importante in termini di semplificazione amministrativa. Quando parliamo invece di collaborazioni proficue, citerei il Piano Industria 4.0, adesso Transizione 4.0 in cui, per gli investimenti privati di vasta portata, viene richiesto un’asseverazione da parte di un tecnico o di un organismo accreditato, di certificazione o di ispezione.

 

Da sempre partner della Pubblica Amministrazione, Accredia vede giorno dopo giorno accrescere i settori in cui il Governo le affida la verifica della competenza degli organismi e dei laboratori. Ultima in ordine di tempo la delega sui prodotti da costruzione…

La delega sui prodotti da costruzione ha ampliato il raggio d’azione dell’Ente di accreditamento in materia di sicurezza dei prodotti. Parliamo dei cosiddetti ambiti regolamentati, cioè quei settori presidiati da norme di legge, spesso europee, in cui non tutti gli organismi di certificazione possono operare, perché l’emissione delle certificazioni è riservato a organismi autorizzati dalle amministrazioni di riferimento. Ormai abbiamo rilasciato 400 accreditamenti in ambito regolamentato e diverse sono le convenzioni stipulate con sei Ministeri, che ci delegano a svolgere le verifiche di conformità e a rilasciare gli accreditamenti. La convenzione sui prodotti da costruzione in particolare, decisa pochi mesi fa e sulla quale siamo molto impegnati, è complessa. E’ una filiera molto importante sia per l’export sia per il mercato nazionale, visto che coinvolge tante imprese, piccole e medie, e tre Ministeri responsabili, Interno, Infrastrutture e Sviluppo Economico.

Abbiamo tre nuovi filoni sui quali lavoreremo, sempre d’intesa con i Ministeri responsabili. Pensiamo in primis al Ministero delle Politiche Agricole, che presidia la certificazione dei prodotti fertilizzanti. Inoltre stiamo lavorando, sempre con il Ministero delle Politiche Agricole e insieme al Ministero della Salute, a un marchio nazionale “benessere animale” che dovrebbe garantire ai consumatori l’acquisto di carni, uova latte latticini “sicuri”, perché ottenuti da animali mantenuti e allevati secondo i migliori standard. L’ultimo filone riguarda l’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria che ha allargato le sue competenze alla sicurezza delle strade. In pratica, attraverso l’intervento di organismi di terza parte accreditati ci sarà la garanzia che tutti gli enti che gestiscono strade abbiano un sistema di gestione capace di assicurare il rispetto delle linee guida stabilite dal Ministero delle Infrastrutture, in modo particolare dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.

 

Ormai anche i settori più innovativi e all’avanguardia richiedono lo strumento della certificazione accreditata. L’ultimo esempio è quello delle biobanche. Può farcene altri?

La gamma delle attività sotto accreditamento cresce sempre di più. Mi soffermerei sul settore delle biobanche, relativamente recente visto che parliamo di una norma ISO che risale appena a due o tre anni fa e per cui stiamo gestendo alle domande di accreditamento. Si tratta di organizzazioni che gestiscono materiale biologico sia di origine umana che animale o vegetale e quindi sono particolarmente importanti per la ricerca, la sanità e alcune filiere produttive come quelle agricole o zootecniche. Quindi occorre una grande responsabilità, una grande competenza da parte di Accredia.

Pensiamo anche a settori professionali ad alto grado di innovazione, come gli ingegneri, che hanno deciso di definire dei profili professionali specialistici e di procedere alla certificazione della loro competenza. Un altro filone su cui siamo impegnati è quello dei laboratori medici e non occorre sottolineare l’importanza dei centri diagnostici per tutte le politiche sanitarie del Paese. E poi ci sono la cybersecurity e la privacy. Tutto quello che serve a garantire la protezione dei dati personali, la protezione dell’identità digitale, delle firme digitali e la gestione dei software, per assicurare il corretto trattamento dei dati personali da parte di organizzazioni pubbliche e private.

In linea teorica non c’è un campo che sia precluso all’attività dei soggetti accreditati. Persino alcune professioni sanitarie stanno pensando o hanno già pensato, come nel caso del medico diabetologo, di far ricorso all’intervento di organismi di certificazione accreditati. Vorrei fare, infine, un richiamo alle certificazioni richieste degli istituti scolastici per la lotta al bullismo oppure da parte di organizzazioni che vogliono dimostrare come gestiscono la parità di genere.

Ultimo aspetto che occorre sottolineare è che quasi tutte le norme che riguardano queste certificazioni, trovano origine nel sistema della normazione volontaria: ISO a livello mondiale, CEN a livello europeo, UNI e CEI a livello nazionale. Strutture con le quali noi siamo collegati attraverso il concetto dell’Infrastruttura per la Qualità, un’infrastruttura immateriale che collabora strettamente e fortemente per un miglioramento della nostra società.