La certificazione aiuta ad accedere ai mercati internazionali

In una prima fase della crisi economica iniziata in seguito alla pandemia da Covid-19, vocazione all’export ed elevata integrazione nelle catene globali del valore (GVC), elementi caratteristici della migliore industria italiana, sono state punti di debolezza per il nostro Paese. Le restrizioni imposte lungo le catene di fornitura hanno influito negativamente sull’offerta con effetti fortemente differenziati tra settori di attività economica e tipologia di imprese.

La propensione all’export del nostro Paese sarà però anche una delle leve da cui ripartire. La reazione alla crisi potrà fornire una spinta alla modernizzazione dei sistemi produttivi, offrendo opportunità per un salto di qualità nell’innovazione tecnologica e per un’impronta più green di prodotti e processi, rispondendo così alle richieste sempre più esigenti di consumatori e imprese. Inoltre il maggiore ricorso all’e-commerce – su un trend che ha registrato un’impennata nella fase di emergenza – potrebbe diventare strutturale, agendo da volano per gli scambi internazionali, soprattutto nell’ambito dei beni di consumo.

Risulta fondamentale in questa fase costruire dinamiche virtuose in grado di assecondare tali nuovi trend dell’economia mondiale, svincolarsi dalla logica assistenzialista dei sussidi all’economia e intervenire sulla produttività.

In questo quadro è strategico il ”Patto per l’export” promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – in sinergia con ICE-Agenzia, SACE e SIMEST – nato per far fronte allo shock esogeno della pandemia e alle sue conseguenze. Gli interventi sulla produttività delle imprese, soprattutto di quelle impegnate nei mercati internazionali, riflettono questa strategia e una nuova politica industriale necessita di strumenti in grado di facilitare l’accesso ai mercati internazionali e di garantire uno scatto di competitività fondamentale in questa fase.

 


Aziende esportatrici certificate


L’ultimo lavoro congiunto tra Accredia e Istat, iniziato con la stipula di un’apposita Convenzione a fine 2018, ha approfondito il legame tra certificazione accreditata e imprese esportatrici fornendo un elemento nuovo nell’analisi delle dinamiche del commercio internazionale di beni, come risulta dall’ultimo studio dell’Osservatorio Accredia “Diffusione ed effetti della certificazione accreditata tra le imprese esportatrici”.

Le analisi sulla diffusione tra le imprese esportatrici delle certificazioni rilasciate dagli organismi accreditati per i sistemi di gestione, nascono inoltre con l’obiettivo di valorizzare le informazioni contenute nelle banche dati Accredia delle organizzazioni certificate. Sono informazioni che in Europa solo l’Italia può vantare grazie al contributo degli organismi che conferiscono mensilmente i dati.

Dall’analisi emerge che la diffusione delle certificazioni è crescente al crescere della dimensione aziendale e arriva a oltre il 50% per le aziende con più di 100 addetti. La quota contenuta di micro e piccole imprese certificate dimostra l’ampio margine di crescita nella diffusione dei sistemi di gestione. Sono proprio le imprese di più piccola dimensione a beneficiare maggiormente di tali strumenti organizzativi, e riescono ad attivare percorsi di efficienza che alzano il livello di competitività.


Accesso ai mercati internazionali


Inoltre, il possesso di una certificazione accreditata facilita l’accesso ai mercati internazionali. La differenza positiva nel numero medio dei Paesi di destinazione delle merci tra le imprese esportatrici certificate e le altre esportatrici conferma il contributo positivo della certificazione. Anche in questo caso è evidente il legame con la dimensione aziendale: la differenza nel numero medio di Paesi di destinazione delle merci è maggiore per le micro e le piccole imprese.


Partecipazione alle catene del valore


Tale maggior coinvolgimento delle imprese esportatrici nei mercati internazionali è spiegato anche dal legame tra certificazione accreditata e partecipazione alle catene globali del valore (GVC): distinta per tipologia di bene, la quota in valore delle merci esportate evidenzia una quota maggiore tra le imprese esportatrici certificate rispetto alle altre esportatrici di beni intermedi. Quota pari al 36% nel primo caso che scende al 28% in assenza di certificazione.


Produttività ed efficienza interna


Il beneficio della certificazione accreditata, crescente al diminuire della dimensione d’impresa, riscontrato nel numero di Paesi di destinazione delle merci, è verificato anche nei livelli di produttività (1) media registrati tra le aziende certificate rispetto alle altre esportatrici. Aspetto questo che denota l’importanza dei sistemi di gestione certificati sotto accreditamento per le micro e piccole imprese impegnate nei mercati internazionali.

(1) Rapporto tra valore aggiunto e addetti dell’impresa esportatrice

Sono proprio le imprese che quotidianamente si confrontano con i mercati internazionali a doversi dotare di strumenti in grado di sostenerle in un contesto altamente competitivo che richiede, da una parte, strumenti di differenziazione per un miglior posizionamento lungo le filiere e, dall’altro, strumenti in grado di aumentarne l’efficienza dei processi interni. Ciò è tanto più vero nelle imprese più piccole che, rispetto alle grandi imprese, necessitano maggiormente di leve di efficienza per standardizzare le produzioni.