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Certificazioni ambientali, il contributo alla crescita sostenibile dell’impresa

Pillole di Osservatorio
02 luglio 2020

Ispra presenta l’Annuario dei dati ambientali 2019, un quadro aggiornato sullo stato di salute del nostro Paese che evidenzia la crescente diffusione delle certificazioni accreditate, con un focus sui sistemi di gestione a norma UNI EN ISO 14001.

I cambiamenti climatici rappresentano una priorità tra le emergenze globali e hanno una rilevanza crescente nelle agende politiche delle istituzioni nazionali e internazionali. L’attenzione dei Governi sulla questione ambientale è cresciuta negli anni. I Paesi si sono resi conto dell’effetto che, in particolare, le attività produttive hanno sugli ecosistemi. Nel 2015, con gli Accordi di Parigi, i Governi si sono impegnati a ridurre le emissioni di gas serra e le Conferenze delle Parti sui cambiamenti climatici succedute alla COP21 hanno analizzato i progressi raggiunti, sottolineando sempre più l’urgenza di agire. Lo scorso dicembre, la Commissione europea ha presentato “The European Green Deal”, la nuova strategia di crescita per trasformare l’Unione in un’economia competitiva ed efficiente sotto il profilo dell’utilizzo delle risorse.

La sostenibilità, imprescindibile modello di sviluppo per le economie moderne, mira a conseguire un miglioramento continuo della qualità della vita, senza compromettere il benessere delle generazioni future. Un modello di sviluppo che coinvolge imprese e consumatori e che sposta l’attenzione su sistemi di produzione che favoriscano la diminuzione delle quantità di rifiuti o che aumentino l’efficienza, riducendo le materie prime utilizzate.

A contribuire a un modello di crescita sostenibile che pone al centro la questione ambientale, i sistemi di gestione certificati sotto accreditamento (UNI EN ISO 14001 ed EMAS) sono uno degli strumenti maggiormente diffusi tra le imprese. Le organizzazioni che adottano un Sistema di Gestione Ambientale (SGA) lo fanno consapevoli del suo valore e del ritorno economico che avranno, anche rispetto ai competitor non certificati. Verificare la diffusione di tali strumenti è un’informazione importante proprio perché si tratta di una testimonianza della crescente attenzione all’ambiente da parte delle imprese e della consapevolezza del loro ruolo economico e sociale.

Con l’Annuario dei Dati Ambientali 2019, presentato lo scorso 3 giugno, ISPRA descrive lo stato di salute del nostro Paese dedicando un focus proprio ai dati delle banche dati Accredia sulle organizzazioni con un sistema di gestione certificato sotto accreditamento per la norma UNI EN ISO 14001. La nascita dei sistemi di gestione ambientale è riconducibile a un cambiamento dei principi ispiratori della politica ambientale europea che, a partire dagli anni novanta ha visto il progressivo affermarsi di nuove modalità di tutela dell’ambiente rapportate alle regole del mercato, confidando nella possibilità di coniugare ambiente e competitività delle imprese secondo i principi di uno sviluppo sostenibile.

L’adozione di un sistema di gestione ambientale è volontaria e rappresenta una scelta strategica per l’organizzazione che decide di certificarlo attraverso un organismo accreditato, portando avanti un impegno indirizzato a garantire la tutela dell’ambiente.

L’adozione di un SGA può consentire la riduzione di una serie di costi quali ad esempio quelli derivanti dalla gestione dei rifiuti, dal consumo di acqua ed energia, dall’acquisto di materie prime. Altri benefici possono derivare dall’aumento dei ricavi e dalla creazione di un’immagine green dell’impresa che contribuisce a migliorare i rapporti nelle catene di fornitura e con le Pubbliche Amministrazioni, aumentando il profilo competitivo. In questo contesto diventa centrale la consapevolezza delle imprese sul loro impatto ambientale. I sistemi di gestione, lavorando sui sistemi organizzativi, attraverso un approccio sistemico, influiscono proprio sulle modalità di produzione, rendendole sostenibili.

Il riscaldamento globale, provocato dall’aumento delle concentrazioni di gas serra nell’atmosfera, è dovuto principalmente alle emissioni di origine antropica. Le attività produttive determinano profonde trasformazioni e modifiche nell’ambiente attraverso molteplici canali: dalle emissioni di sostanze inquinanti nell’aria, nell’acqua e nel suolo alla produzione di rifiuti. In Italia, nel 2018, le imprese attive nell’industria e nei servizi erano circa 1,7 milioni e occupavano circa 14 milioni di addetti. Sono proprio le attività produttive a generare la maggior parte delle emissioni. In particolare la fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata e l’industria manifatturiera sono i settori economici responsabili della quota più elevata di emissioni (rispettivamente 29% e 27%), ma anche i trasporti (13%) e le attività agricole (12%) rappresentano settori ad alto impatto ambientale.
A livello globale, le emissioni di anidride carbonica sono aumentate significativamente. Dal 2000 mentre la quota di emissioni dei Paesi in via di sviluppo è cresciuta in modo significativo (+118%), quella dei Paesi sviluppati si è ridotta dell’11%. Questa riduzione è attribuibile, da un lato, al maggior ricorso alle importazioni per la soddisfazione della domanda di beni e alla delocalizzazione delle attività produttive ma, dall’altro, alla riconversione degli approvvigionamenti di energia e all’efficientamento dei sistemi produttivi.

In Italia le emissioni di gas serra nel periodo 1990-2018 sono diminuite del 15,6%, con una variazione molto vicina a quanto rilevato in Francia, performando molto meglio rispetto alla media UE 28.
In Italia sono circa 18.000 i siti aziendali con un sistema di gestione ambientale certificato sotto accreditamento. Negli anni questo numero è cresciuto costantemente dimostrando l’efficacia di questo strumento nel ridurre l’impatto ambientale delle imprese oltre che la sua convenienza economica. Tra i settori che hanno fatto maggior ricorso ai sistemi di gestione ambientale, in ambiti come il riciclaggio e la fabbricazione di prodotti petroliferi la quota di certificazioni ambientali è elevatissima e, rispettivamente, del 70% e del 49%. Anche i settori della chimica e della farmaceutica, sono particolarmente coinvolti nell’utilizzo di tali sistemi con quote pari al 27% e al 44% rispettivamente.
La volontarietà dei sistemi di gestione ambientale e la loro diffusione tra le imprese li inquadrano in una logica di mercato per la quale l’impresa certificata trae un beneficio economico diretto, riducendo al contempo le emissioni climalteranti. Per questo sono sistemi che possono contribuire ad un modello di sviluppo sostenibile coerentemente ad una logica di convenienza economica che superi i limiti del vecchio approccio basato sul mero rispetto di disposizioni di legge.