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Recovery Fund e Legge di bilancio: qual è il ruolo dell’accreditamento?

Intervista
03 ottobre 2020

Il Presidente di Accredia, Giuseppe Rossi: “Come durante la pandemia, le attività accreditate possono essere molto utili nella gestione della crisi e per la ripresa, portando benefici economici e sociali per tutti”.

Recovery Fund e Legge Finanziaria: l’autunno in Italia si prospetta ancora più caldo delle previsioni. Sul tavolo delle trattative due grandi impegni attendono il Governo. Misure importanti per risollevare l’economia italiana (così come quella europea), all’indomani della crisi economica generata dall’emergenza Covid-19.

E sulla strada per la ripresa spunta, ancora una volta, la carta dell’accreditamento. Uno strumento promosso a gran voce da Accredia negli ultimi 10 anni e che oggi vanta numeri significativi in termini di crescita del Pil, del fatturato e della produttività. Grazie all’Infrastruttura nazionale per la Qualità che ne è alla base e di cui fanno parte e ne garantiscono il funzionamento: UNI e CEI, gli Enti di normazione, INRIM, l’Istituto di metrologia, la stessa Accredia come Ente di accreditamento e le Associazioni degli organismi e dei laboratori accreditati. Un sistema complesso che trova applicazione in diversi ambiti e settori che spaziano dalla salute all’agroalimentare, passando per l’ambiente e la digitalizzazione. Come per esempio l’Industria 4.0, le cui misure di attuazione adottano la verifica di conformità di soggetti accreditati per garantire l’idoneità dei beni e l’interconnessione necessari all’ottenimento dei benefici.

Il Presidente Giuseppe Rossi non ha dubbi al riguardo: “Come rilevato dall’ultimo studio dell’Osservatorio Accredia, abbiamo accreditato più di 1.800 organismi e laboratori che occupano 33mila addetti e producono un valore di 4,2 miliardi di euro generando benefici per l’intero sistema economico”.

 

Il Fondo per la ripresa, ovvero i 750 miliardi che l’Unione europea a fine luglio ha messo sul piatto per rilanciare le economie dei 27 Paesi membri travolte dalla crisi del Covid-19, si appresta a rivestire un ruolo strategico per la ripartenza. Per l’Italia si parla di 65 miliardi di sovvenzioni a fondo perduto. Come si inserisce l’accreditamento in questo scenario?

Il Recovery Fund ha tra i criteri principali, la sostenibilità ambientale, la transizione, la produttività e la stabilità macroeconomica. Secondo quanto emerso dall’ultimo studio del nostro Osservatorio realizzato con Prometeia, il Capitale Qualità accreditata contribuisce all’aumento del fatturato delle imprese, alla crescita del Pil per 10,8 miliardi di euro e apporta benefici alla collettività in termini di ambiente, salute e sicurezza, che ammontano a circa 1,3 miliardi di euro annui. Grazie alle certificazioni ambientali ed energetiche, le imprese riducono le emissioni di CO2 con un risparmio di oltre 530 milioni di euro annui. Le aziende con un sistema di gestione certificato per la salute e sicurezza sul lavoro registrano meno infortuni (- 16% in media) e di minor gravità (fino al – 40%) rispetto a quelle non certificate, e un risparmio di costi sociali di circa 300 milioni di euro annui. Prove e certificazioni per la sicurezza alimentare contribuiscono a ridurre le malattie legate al consumo alimentare e i relativi costi sociali, quantificati in una riduzione del 75% del numero di anni persi in salute, e in un risparmio di quasi 430 milioni di euro annui. Possiamo affermare dunque che sono notevoli i benefici apportati al sistema economico e sociale dalle certificazioni e dalle prove accreditate.

 

Nella gestione dell’emergenza sanitaria, si è sentito parlare spesso di accreditamento…

Durante la pandemia è subito emersa una carenza di Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) e dispositivi medici (mascherine, guanti, ecc.)  dovuta in parte a un’impennata della domanda, in parte al fatto che l’offerta è polarizzata su pochi Paesi produttori. Molti DPI sono stati importati dall’estero e non sempre, in assenza di una certificazione accreditata, è stato possibile garantire i consumatori sulla loro sicurezza, soprattutto per quei dispositivi provenienti da Paesi che non hanno i nostri standard.

Anche Accredia è stata chiamata a contribuire alla gestione dell’emergenza da Covid-19. Abbiamo rilasciato i primi accreditamenti a laboratori italiani per svolgere le prove sull’efficienza di filtrazione delle mascherine chirurgiche. E insieme a UNI stiamo fornendo un supporto tecnico alla definizione del nuovo meccanismo di approvazione delle mascherine chirurgiche e dei DPI per le vie respiratorie, inserito nel decreto Rilancio, affinché sul mercato vengano immessi prodotti in grado di tutelare realmente la salute pubblica.

Proprio in questi giorni l’INAIL, che gestisce il comitato tecnico per la validazione straordinaria e in deroga dei DPI a cui partecipa anche Accredia, ha definito i criteri semplificati di validazione, volti ad assicurarne l’efficacia protettiva, idonea all’utilizzo specifico, fino al termine dello stato di emergenza.

 

Quasi 2.000 soggetti accreditati, tra organismi di certificazione, ispezione e verifica e laboratori di prova e taratura, rappresentano il “cuore” dell’Infrastruttura per la Qualità in Italia. Il valore del mercato delle valutazioni della conformità da essi rilasciate è stimato in 4,2 miliardi di euro e occupa 33mila addetti. Alla luce di questi nuovi dati la certificazione accreditata dovrebbe essere fondamentale anche in fase di elaborazione della nuova Finanziaria?

E’ stato così nella Legge di Bilancio 2020 dove l’accreditamento ha ricoperto un ruolo chiave in alcuni settori strategici. Come nel caso di Industria 4.0 in cui le imprese che investono in beni strumentali, e che per questo utilizzano la certificazione rilasciata dagli organismi accreditati, possono accedere a crediti d’imposta variabili a seconda degli investimenti.

L’accreditamento aiuta quindi le imprese a migliorare l’efficienza dei processi, a incrementare la qualità dei prodotti e, in generale, a rispettare le regole, e può pertanto semplificare l’azione amministrativa fornendo un supporto indipendente e competente alla Pubblica Amministrazione. E’ quanto dimostra la collaborazione con la Provincia autonoma di Trento e Bolzano per l’accreditamento dei laboratori medici inseriti nelle aziende ospedaliere e dei cosiddetti Point of Care Testing. La PA trentina ha infatti riconosciuto nell’attività di accreditamento uno strumento essenziale per valutare l’appropriatezza dei risultati degli esami effettuati dai laboratori medici senza dover effettuare ulteriori controlli a livello amministrativo. L’accreditamento secondo la norma ISO 15189 prevede la verifica, sia in termini di conformità del sistema di gestione che di adeguatezza tecnica del laboratorio, di tutti i processi coinvolti nella gestione e attuazione degli esami oggetto di accreditamento.

Una mancata duplicazione di controlli che fa bene ai bilanci e semplifica la rete dei controlli. E nella prossima Legge di Bilancio la parola semplificazione sembra ricorrere a gran voce.