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Il valore di un approccio sistemico accreditato per la sicurezza sul lavoro

Intervista
30 aprile 2024

Partendo dai dati del nuovo studio di Accredia e Inail, Irene Uccello e Antonio Terracina spiegano come la certificazione accreditata dei sistemi di gestione sostenga le aziende nello sforzo continuo per ridurre infortuni e malattie professionali.

Irene Uccello, Funzionaria tecnica e Ispettrice del Dipartimento Certificazione e Ispezione di Accredia, e Antonio Terracina, Coordinatore centrale presso la Consulenza Tecnica Salute e Sicurezza di Inail, spiegano l’importanza dell’approccio sistemico alla gestione della salute e sicurezza dei lavoratori.

Così come evidenziato anche dalla nuova ricerca di Accredia e Inail che dimostra la riduzione degli indici di frequenza e gravità degli infortuni nelle aziende certificate sotto accreditamento rispetto a quelle non certificate.

 

È del 1999 la prima edizione della BS 18001 per le certificazioni aziendali e del 2001 il tavolo di lavoro Accredia, Inail e Parti sociali che ha portato al Regolamento Tecnico RT-12 per l’accreditamento degli organismi. A che punto siamo oggi, Irene?

Abbiamo fatto un grande passo avanti, perché nel 2018 è stata pubblicata la UNI ISO 45001, una norma tecnica di livello internazionale che ha sostituito lo standard tecnico britannico 18001. Norma di fondamentale importanza perché di Classe A, ovvero certificabile.

La catena dei controlli vede in primis la valutazione della conformità del sistema di gestione da parte degli organismi di certificazione e quindi di Accredia che, applicando le regole per l’accreditamento, valuta la competenza, l’imparzialità e anche l’indipendenza nell’operato di questi organismi, per garantire ai mercati nazionali ed esteri l’alto grado di affidabilità delle certificazioni accreditate.

Questa centralità degli standard rientra nell’operato dell’Infrastruttura per la Qualità che coinvolge le reti internazionali dell’accreditamento, della valutazione della conformità e gli Enti di normazione. E che oggi porta le organizzazioni certificate a ottenere sempre più riconoscimenti e premialità. Si pensi all’accesso ai bandi di gara, nel settore pubblico e privato, e anche alle premialità e ai premi assicurativi riconosciuti da Inail alle imprese che investono nel settore della salute e della sicurezza.

Oggi, i numeri e le statistiche confermano che il trend delle certificazioni è in crescita e nel 2023 sono stati 32mila i siti aziendali certificati nei diversi settori economici del nostro Paese, il 58% dei quali presenti nelle aree geografiche del Centro-Nord.

 

Sempre in tema di fondamenti della valutazione della conformità, Antonio, potresti raccontare il percorso che ha portato alla norma tecnica UNI EN ISO 45001?

Ricordiamo che le prime proposte per realizzare una norma sistemica sulla gestione della sicurezza risalgono alla fine degli anni Novanta. Anche se, poi, il tavolo si è aperto soltanto nel 2013 in mezzo a tante diffidenze che sono emerse anche durante i cinque anni di redazione. Un percorso lungo quindi, a cui ho avuto l’onore e l’onere di partecipare in qualità di capo della delegazione italiana che, in più occasioni, ha rischiato di venire interrotto e di non vedere pubblicata questa importantissima norma anche per il parere contrario dell’ILO, International Labour Office, e delle organizzazioni sindacali.

Tra l’altro ricordiamo che solo l’anno scorso a livello europeo il CEN, su proposta italiana, ha recepito la norma che infatti nel 2018 era stata pubblicata come UNI ISO mentre adesso è una UNI EN ISO 45001. Oggi siamo alle soglie della revisione della norma, un iter che comincerà fra qualche mese con le stesse incertezze di allora. Non sappiamo ancora se l’ILO siederà al tavolo. Le organizzazioni sindacali, sia a livello italiano che europeo, hanno votato contro la sua revisione ma credo e spero che sia l’ILO che le organizzazioni parteciperanno.

Parliamo, infatti, di una norma che ha contribuito enormemente alla diffusione dei sistemi di gestione della sicurezza  e, più nel dettaglio, di un modello partecipato in cui lo spazio che hanno le parti sociali attraverso la consultazione e partecipazione non ha eguali in nessun’altra norma e dove l’approccio del risk based thinking può dare un immenso valore aggiunto. Aver contribuito alla redazione della norma, alla sua diffusione, all’aumento del numero di aziende certificate sotto accreditamento e, quindi, in definitiva a diminuire infortuni e malattie professionali, è un’immensa soddisfazione personale e professionale.

 

Parliamo con Irene dell’ultimo studio realizzato da Accredia e Inail sull’efficacia dei sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro. Quali sono le principali evidenze?

Lo studio, che è oggi alla sua quarta edizione, si basa sull’analisi incrociata della banca dati Accredia con gli archivi infortunistici di Inail. L’analisi è stata condotta mettendo a confronto gli indici di frequenza e il rapporto di gravità degli infortuni sul lavoro fra il 2017 e il 2021 e i risultati ottenuti ne confermano, come per le edizioni precedenti, la riduzione degli indici di frequenza e gravità nelle aziende certificate sotto accreditamento rispetto alle omologhe ma prive di certificazione.

Dallo studio è emerso che la riduzione dell’indice di frequenza, cioè la percentuale media di infortuni ogni mille lavoratori, presso le aziende certificate è ridotta del 22,6%, mentre la riduzione del rapporto di gravità è del 29,2%.

Tutto questo ci dice come l’approccio sistemico alla sicurezza dei sistemi di gestione certificati rappresenti per le imprese un investimento importante che contribuisce anche a ridurre i costi della non sicurezza. Uno studio condotto nel 2019 dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ha evidenziato, infatti, come nel nostro Paese il costo medio per ogni singolo caso di infortunio sia di circa 55mila euro e come nel complesso i costi sociali della non sicurezza rappresentino il 6,3% del PIL.

Considerando una popolazione di 7 milioni di lavoratori che operano in aziende certificate sotto accreditamento, il risparmio economico che si ottiene investendo in questo ambito si aggira sui 2 miliardi di euro.

 

Antonio, quali sono i vantaggi per le aziende che investono nella prevenzione dei rischi e quali sono gli strumenti offerti da Inail per migliorare e premiare la gestione della salute e sicurezza dei lavoratori?

Adottare questo approccio conviene, perché il sistema di gestione della sicurezza deve essere vissuto come un modo per applicare la legge, anzi come il modo migliore per applicare il Decreto 81/2008, e quindi di usufruire di un metodo sistematico per avere sempre contezza del proprio stato di conformità rispetto alle norme.

Conviene, perché consente, con un piccolissimo sforzo, di dotarsi di un modello di organizzazione e gestione ex D.Lgs. 231/2001, e quindi godere della possibilità di avere l’efficacia esimente dalla responsabilità amministrativa degli enti in caso di commissione di un reato.

Conviene, perché ogni infortunio come abbiamo visto ha un costo e la diminuzione degli infortuni di traduce in un risparmio in termini di costi della non sicurezza.

Conviene, ancora, perché nelle gare d’appalto può essere utile avere una certificazione. Inoltre, si tiene conto della certificazione accreditata nel calcolo del rating di sicurezza e prevenzione (RSP) che l’Inail metterà a brevissimo a disposizione delle stazioni appaltanti pubbliche.

Per questa ragione, ormai dal 2010, finanziamo attraverso gli incentivi di sostegno alle imprese (ISI) quelle aziende che vogliono adottare e certificare un sistema di gestione della sicurezza.

Così come ogni anno tali aziende possono ottenere una riduzione del premio, peraltro particolarmente significativa, che va dal 5% al 28%.

Ma conviene, soprattutto, perché i dati dello studio che abbiamo realizzato insieme dimostrano, ancora una volta, che adottare un sistema di gestione della salute e sicurezza certificato sotto accreditamento riduce infortuni e malattie professionali.