Sistema Benessere Animale, l’accreditamento tutela anche il consumatore

“La comunicazione dei livelli di certificazione nelle etichette degli alimenti permetterà sia di verificare l’origine certificata del prodotto che il livello di certificazione ottenuto. In questo modo il consumatore potrà acquistare in modo consapevole e potrà orientare l’offerta del mercato contribuendo alla ‘spinta gentile’ del sistema verso il cambiamento”. Non ha dubbi a riguardo la Vice Direttrice di Accredia, Silvia Tramontin che in un’intervista rilasciata al mensile “Il Salvagente”, spiega cosa cambia nel settore del benessere animale dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (GU n. 279 del 29 novembre scorso) del Decreto che disciplina il Sistema di Qualità Nazionale per il Benessere Animale (SQNBA).

 

La certificazione accreditata per il benessere animale è già oggi attiva? Se no, quali sono i tempi perché sia attiva?

La certificazione accreditata per il benessere animale, rilasciata cioè da organismi di certificazione accreditati da Accredia è stata istituita con il Decreto interministeriale (Ministeri della Salute e delle Politiche Agricole) che disciplina il SQNBA. Una serie di allegati descrive le regole per lo svolgimento delle attività di valutazione da parte degli organismi di certificazione, compreso l’accreditamento Accredia, e i requisiti che gli operatori del settore alimentare devono osservare per poter aderire e mantenere la certificazione.

I Ministeri della Salute e delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (ora Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare) stanno completando gli allegati relativi ai requisiti tecnici per le fasi di allevamento delle diverse specie animali. L’entrata in vigore del decreto è subordinata alla conclusione del procedimento di notifica alla Commissione europea ai sensi della Direttiva (UE) 2015/1535.

 

Come può il consumatore controllare che l’azienda abbia effettivamente acquisito la certificazione accreditata?

C’è un articolo specifico, il numero 8 del Decreto, che fornisce i dettagli sulle modalità di trasferimento delle informazioni al consumatore. Nello specifico, nel caso in cui si parli di un prodotto alimentare costituito da componenti di origine animale provenienti da allevamenti certificati, è possibile rintracciare sull’etichetta l’indicazione SQNBA o il logo identificativo, visto che il Decreto prevede la possibilità di inserirli.

Possono inoltre essere rintracciate le informazioni in relazione alla specie, all’orientamento produttivo e al metodo di allevamento. Una tutela maggiore per il consumatore deriva dal fatto che la veridicità di quanto indicato sulla confezione è garantita dal controllo svolto dall’organismo di certificazione accreditato e dalla vigilanza dell’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) del Ministero dell’Agricoltura.

 

Quali sono i principali requisiti tecnici e regole generali che un allevamento deve seguire per avere la vostra certificazione? E quanto dura?

I requisiti sono sostanzialmente riconducibili a tre macroaree: il benessere animale, le norme di biosicurezza e il corretto uso del farmaco. Sono specifici per specie, orientamento produttivo e metodo di allevamento. In particolare vengono presi in considerazione gli aspetti di gestione manageriale/strutturale finalizzati a ridurre i fattori stressanti per l’animale, poiché un adeguato livello di benessere animale in allevamento comporta anche una minore incidenza delle malattie e conseguente uso del farmaco.

Nelle fasi che seguono l’allevamento, gli operatori del settore alimentare dovranno fornire garanzia sull’origine delle materie prime o dei prodotti etichettati con i riferimenti al SQNBA, ovvero sulla provenienza da allevamenti certificati. Secondo quanto stabilito dal Decreto, le verifiche devono essere svolte da organismi di certificazione accreditati da Accredia in conformità alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17065. L’accreditamento è stato fortemente voluto dei Ministeri, proprio grazie all’efficacia dell’attività di controllo di Accredia, che verifica la competenza e l’imparzialità degli organismi di certificazione, a tutela dei consumatori e del mercato.

Il certificato di conformità rilasciato sul mercato avrà così la massima credibilità in quanto è l’atto finale di un percorso svolto nel rispetto delle norme nazionali e internazionali della certificazione accreditata. In questo ambito, è possibile emettere un certificato senza data di scadenza perché la sorveglianza viene svolta ogni anno verificando il rispetto di tutti i requisiti. Se dovessero emergere criticità particolarmente gravi, l’organismo di certificazione può però sospendere o revocare il certificato.

 

Ma ogni quanto vengono svolti i controlli e da chi? Sono controlli a sorpresa o concordati?

Parliamo in generale di controlli con cadenza annuale. Le cose cambiano però se si tratta di realtà piccole riunite in cooperative o altre forme associative riconosciute: in questo caso sono previsti piani di controllo articolati che non gravino economicamente sulle piccole realtà pur garantendo il rispetto dei requisiti tecnici. Ed è il responsabile del gruppo a garantire la conformità di ogni soggetto ai requisiti del SQNBA effettuando verifiche su tutti gli operatori aderenti con frequenza almeno annuale. Non dimentichiamoci poi che le verifiche annuali sulla rintracciabilità devono riguardare anche gli operatori della filiera. In generale, le valutazioni possono essere condotte sia in modalità annunciata che a sorpresa, in relazione all’analisi del rischio sull’operatore.

 

Oltre al SQNBA, esistono altri sistemi di certificazione riconosciuti legalmente in Italia? E questa potrà sostituire i controlli ufficiali?

Diciamo che sono presenti varie certificazioni sul benessere basate su requisiti variegati e spesso non allineati né comparabili. Nessuno di questi certificati infatti è emesso sotto accreditamento Accredia. La certificazione SQNBA nasce anche con l’obiettivo di fare ordine nel settore, prevedendo una certificazione del benessere animale basata sulla verifica della conformità a requisiti scientifici, misurabili e comparabili, e rilasciata secondo regole internazionali. Ma non potrà sostituire i controlli ufficiali.

E’ una certificazione volontaria e prevede che l’operatore della produzione primaria soddisfi alcuni prerequisiti, come l’adesione al sistema di categorizzazione degli allevamenti in base al rischio svolta dall’Autorità competente durante i controlli ufficiali. Intendo quelli messi a disposizione da sistemi già in uso (ricetta elettronica veterinaria), quelli dell’autocontrollo resi disponibili dall’operatore, su base volontaria, e inseriti a sistema dal veterinario aziendale (il riferimento legislativo è il DM Salute del 7 dicembre 2017).

Lo strumento utilizzato per la raccolta dei dati è ClassyFarm, il sistema informativo del Ministero della Salute, gestito dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna. I dati vengono convertiti in un indicatore numerico che misura il livello di rischio dell’allevamento e ne determina la possibilità di accesso al percorso di certificazione, generando una sorta di “semaforo di accesso” al sistema SQNBA: solo se l’allevamento risulta col “semaforo verde” può fare domanda di adesione al SQNBA.