Congresso dei Laboratori di prova accreditati, tra confronti, riflessioni e nuove sfide

“Nonostante la pandemia il numero degli accreditamenti è cresciuto in questi mesi del 2020”. Le parole di Giuseppe Rossi, Presidente di Accredia, nel corso del “Congresso Nazionale dei Laboratori di prova accreditati e degli Ispettori di Accredia” che si è tenuto on line nei giorni 12, 19 e 20 ottobre scorsi, attestano come il lavoro dell’Ente Unico sia stato significativo anche durante questa pandemia, e si sia dimostrato un asse fondamentale dell’Infrastruttura nazionale per la Qualità.

 


L’attività di accreditamento in remoto


“Durante l’emergenza da Covid-19 l’obiettivo primario di Accredia è stato, ed è, tutelare la salute dei dipendenti, dei collaboratori e degli operatori dei soggetti accreditati – fa sapere Silvia Tramontin, Direttore del Dipartimento Laboratori di prova di Accredia –. Al tempo stesso è stata assicurata la continuità del servizio di valutazione della conformità, nell’interesse delle Autorità di Governo, delle filiere produttive e dei cittadini, sostituendo la verifica in presenza con quella in remoto”. Con tutti i pro e i contro del cambiamento.

Da una parte, una maggiore efficienza del processo grazie ad aspetti come la tracciabilità delle fasi del remote assessment, la focalizzazione sui contenuti e l’ottimizzazione dei tempi con verifiche in più siti. Dall’altra, non sono mancati problemi come quelli legati alla connessione, all’ambiente di lavoro non aziendale e alle relazioni personali “filtrate” attraverso lo schermo. “Considerati gli aspetti positivi e negativi, il bilancio resta positivo – continua Tramontin –. Circa 1.000 laboratori hanno utilizzato la “Domanda di Accreditamento (DA) on Line”, e gli elenchi prove emessi partendo dalla «DA on Line» sono stati 887, con molti altri in lavorazione”.

 


La norma tecnica ISO/IEC 17025:2017


L’emergenza sanitaria ha avuto un impatto anche sulla transizione dei laboratori di prova accreditati alla norma ISO/IEC 17025:2017 che era stata fissata da ILAC al 30 novembre 2020. ILAC e ISO hanno dovuto concordare un prolungamento del periodo di transizione fino al 1° giugno 2021. In accordo al Regolamento CE 765/2008, l’accreditamento deve essere basato su una norma armonizzata. EA sta dunque lavorando a stretto contatto con la Commissione europea al fine di allineare quanto pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE (GUUE 2018/C 209/02), in merito all’estensione del periodo di transizione. In Europa il termine della validità della precedente versione della norma per l’accreditamento dei laboratori di prova, la ISO/IEC 17025:2005, è infatti il 31 dicembre 2020. Quasi il 96% dei laboratori di prova è già transitato alla ISO/IEC 17025:2017.

 


Uno sguardo alla Francia con Cofrac


L’esperienza francese della transizione dei laboratori di prova alla ISO/IEC 17025:2017 e la gestione dell’emergenza da Covid-19 sono stati temi trattati anche da Laurent Vinson, Presidente del Laboratory Commitee di EA e Direttore della Sezione Laboratori di Cofrac. Vinson ha illustrato il percorso seguito dell’Ente di accreditamento francese: adeguamento dei documenti alla nuova norma, formazione degli ispettori e del personale, svolgimento delle valutazioni presso i laboratori di conformità alla norma edizione 2017, comunicazione agli stakeholder. A marzo il percorso è stato però bloccato dal lockdown e le verifiche sono riprese a maggio da remoto. A oggi l’85% dei laboratori è transitato alla norma ISO/IEC 17025:2017. Sono stati pochi i rilievi sui nuovi requisiti, principalmente sull’imparzialità e su rischi e opportunità.

Vinson ha anche riepilogato le attività svolte dal Laboratory Committe di EA, evidenziando gli sforzi fatti per armonizzare le attività degli Enti di accreditamento, anche attraverso workshop e training per la condivisione delle esperienze e chiarimenti sull’interpretazione di alcuni requisiti della norma.

 


Il 3A apre le porte a laboratori e PTP


Un passo in avanti molto importante sarà fatto entro aprile 2021 quando tutti i laboratori di prova, medici e PTP saranno coinvolti nell’Applicativo Audit Accredia “3A”, che riguarda la gestione del post-visita, già a regime dal primo gennaio 2019 per gli ispettori dell’Ente. “L’applicativo servirà per gestire in modo informatico le attività del post visita, dal piano gestione rilievi alle evidenze oggettive – spiega Silvio Sonnino, funzionario tecnico e ispettore di Accredia –. Sul portale, il laboratorio potrà visualizzare in tempo reale la documentazione di sua pertinenza

 


Il certificato di accreditamento diventa elettronico


“Il certificato che attesterà l’accreditamento non sarà più cartaceo con le firme in originale, ma digitale e scaricabile con il QR code – fa sapere Beatrice Bargellini, Responsabile del Sistema di Gestione di Accredia –. Questo sarà liberamente scaricabile dalla sezione banche dati dal giorno successivo alla generazione”. E riguarderà il Dipartimento Laboratori di prova, come quello Certificazione e Ispezione e dei Laboratori di taratura, con tutti i vantaggi che comporterà, per ogni tipologia di organismo e laboratorio accreditato. Come la velocizzazione dell’intero processo di pubblicazione dei certificati, la diminuzione dei servizi di trasporto, in termini di costi economici e ambientali, il miglioramento del livello di sicurezza delle informazioni e la garanzia di un’immediata verifica di autenticità e vigenza del certificato e delle informazioni contenute.

 


Un’Infrastruttura della Qualità sempre più digitale


Un ambito dove l’accreditamento sta facendo passi da gigante è senza dubbio quello dell’Intelligenza Artificiale. Come trattare l’AI nel contesto della valutazione di conformità? Eurolab, la Federazione europea delle associazioni nazionali di laboratori di misurazione, test e analisi, abbraccia e accoglie con favore le opportunità che l’AI offre per fornire valutazioni di conformità affidabili in aree sempre più complesse.

“Consigliamo vivamente di creare un nuovo organismo di standardizzazione europeo per dar vita a standard applicabili alle procedure e ai processi di AI – suggerisce Paolo Moscatti, Vice Presidente Eurolab e Presidente ALPI (Associazione Laboratori e Organismi di Certificazione e Ispezione) –. L’AI infatti può essere applicata a processi, prodotti e servizi valutabili da un organismo o laboratorio che a sua volta potrà applicare algoritmi di intelligenza artificiale. E come nel caso degli strumenti classici – chiarisce Moscatti – anche gli strumenti basati sull’intelligenza artificiale dovranno essere tarati”. L’idea è quella di creare un’Infrastruttura per la Qualità Digitale, estendendo l’Infrastruttura per la Qualità Europea.